tag:blogger.com,1999:blog-61899822627012403372024-03-13T22:19:39.163+01:00Cose vecchie con il vestito nuovoNon starò più a cercare parole che non trovo
per dirti cose vecchie con il vestito nuovo
e raccontarti il vuoto che al solito ho di dentro
e partorire il topo vivendo coi ricordi
giocando coi miei giorni, col tempo... (f.guccini)pavo67http://www.blogger.com/profile/07759405654271791981noreply@blogger.comBlogger50125tag:blogger.com,1999:blog-6189982262701240337.post-86404457192335393712011-10-19T01:49:00.000+02:002011-10-19T01:51:31.140+02:00Silenzio - Temporaneamente out-of-blog<div style="font-family: Verdana,sans-serif;">
<span style="font-size: small;">Sono silenzioso da lungi. </span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif;">
<span style="font-size: small;">Mi sono temporaneamente trasferito altrove.</span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif;">
<span style="font-size: small;"><br />La mia intenzione è sempre quella di raccogliere qui tutto quello che scrivo sui vari spazi che mi offrono di riempire. Ma non ce la faccio, proprio non ne ho il tempo. <br /><br />Prima o poi riuscirò a raccogliere tutto in un unico punto, ma per il momento devo accettare il limite. Se proprio non potete fare a meno di me (che carini!...), potete trovarmi con maggiore frequenza <a href="http://www.veronainblog.it/wp/author/luciano-lorini/">qui</a>. Oppure <a href="http://it.calameo.com/subscriptions/296367">qui</a>. </span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif;">
<span style="font-size: small;"><br />A presto, ciao. Luciano</span></div>pavo67http://www.blogger.com/profile/07759405654271791981noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6189982262701240337.post-46108837122700987502010-12-22T02:02:00.000+01:002010-12-22T02:02:14.713+01:00Due anni di Ruotalibera online<iframe src="http://widget.calameo.com/library/?type=subscription&id=296367&rows=5&sortBy=title&theme=wood&bgColor=&thumbSize=normal&showShadow=true&showGloss=true&showInfo=&linkTo=view" width="100%" height="925" frameborder="0"></iframe>pavo67http://www.blogger.com/profile/07759405654271791981noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6189982262701240337.post-71916362062551957322010-12-10T16:07:00.001+01:002010-12-10T16:08:19.453+01:00Pampàm<blockquote>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif;">
<span style="font-size: small;">"<i>Pampàm</i>, èto visto la partìa de la Roma? <i>Pampàm</i>, èto visto che schifo, <i>pampàm</i>? El campo, <i>pampàm</i>, el paréa un campo de patate, <i>pampàm</i>..."</span></div>
</blockquote>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif;">
<br /></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif;">
<span style="font-size: small;">Ora, sostituite il <b><i>pampàm </i></b>con una <b>bestemmia </b>a vostra scelta, meglio se assonante, e avrete chiaro nelle orecchie il suono (quasi un verso futurista) di una tipica conversazione da bar. Che stavolta, oltre al solito disturbo, </span><span style="font-size: small;">mi ha colpito per l'incalzare
quasi compiaciuto dell'interiezione</span><span style="font-size: small;">. Un vezzo culturale tipico del popolo veneto, si dice. In fondo, bisogna <b>contestualizzare</b>. </span></div>
<div style="font-family: Verdana,sans-serif;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilchY0mX67y9085L2pOmHfLH2v1H1wc8hL8GrKqybf1seq-z97CaXr0c8CMGZKLtmnBNQ8xj_QbmKBi8ZUb8h5FsmpRY0Qvugza-6X5xgOc1SwmbmwoeBmU0UIV4dhNGjH-0n51rHZWvOA/s1600/bestemmia.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="271" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilchY0mX67y9085L2pOmHfLH2v1H1wc8hL8GrKqybf1seq-z97CaXr0c8CMGZKLtmnBNQ8xj_QbmKBi8ZUb8h5FsmpRY0Qvugza-6X5xgOc1SwmbmwoeBmU0UIV4dhNGjH-0n51rHZWvOA/s400/bestemmia.JPG" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Sono quasi convinto sulla volontà deficiente</span></i></td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; font-family: Verdana,sans-serif; text-align: center;">
<span style="font-size: small;"></span></div>
<blockquote>
<span style="font-family: Verdana,sans-serif; font-size: small;"></span></blockquote>
<span style="font-family: Verdana,sans-serif; font-size: small;">Allora, per </span><span style="font-family: Verdana,sans-serif; font-size: small;">non cadere nell'inganno, </span><span style="font-family: Verdana,sans-serif; font-size: small;">contestualizziamo: non si tratta di un bar malfamato di un quartiere degradato, ma un posto elegante, da pausa pranzo cittadina, con i conversatori elegantemente vestiti, entrambi impegnati nella lettura di un quotidiano (L'Arena e la Gazzetta, vabbé...). Al tavolo vicino, scorro il <i><a href="http://concita.blog.unita.it/a-che-prezzo-1.259411">Filo Rosso</a> </i>di Concita De Gregorio sulla compravendita di parlamentari. </span><br />
<br />
<span style="font-family: Verdana,sans-serif; font-size: small;">Contesti? Questione di sensibilità? Punti di vista? </span><br />
<span style="font-family: Verdana,sans-serif; font-size: small;">Un po' ci sarebbe da <i>stare preoccupati</i>...</span><br />
<br />pavo67http://www.blogger.com/profile/07759405654271791981noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6189982262701240337.post-84147845980831791722010-09-01T01:10:00.012+02:002014-12-02T17:47:58.406+01:00Letters to Juliet<span style="font-size: 100%;"><span style="font-size: 85%;"><span style="font-family: verdana; font-style: italic;">Un po' perché il cinema mi piace tutto, un po' perché ero proprio curioso, oggi sono andato al K2 a vedermi "Letters to Juliet" con la Seyfried & Co (vedi </span><a href="http://filmup.leonardo.it/sc_letterstojuliet.htm" style="font-family: verdana; font-style: italic;">scheda</a><span style="font-family: verdana; font-style: italic;"> su </span><a href="http://filmup.leonardo.it/" style="font-family: verdana; font-style: italic;">FilmUP</a><span style="font-family: verdana; font-style: italic;">, il mio sito di recensioni preferito).<br /></span></span></span><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhYGmYEs-DmAVMpHt6Lr5WWAw89TSNZMT8UfXUnljyTIUy5bNLqspZnff4KM98KfRKa7gdjtQNAfLYiVmEE-xXpiOKYecXNUR37253jNiA3eeEiZk2kHX-w8wm4X3OcJhyphenhyphenhINeN4sB5hYX/s1600/01LetterstoJuliet.jpg" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"><img alt="" border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhYGmYEs-DmAVMpHt6Lr5WWAw89TSNZMT8UfXUnljyTIUy5bNLqspZnff4KM98KfRKa7gdjtQNAfLYiVmEE-xXpiOKYecXNUR37253jNiA3eeEiZk2kHX-w8wm4X3OcJhyphenhyphenhINeN4sB5hYX/s400/01LetterstoJuliet.jpg" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5511719350436478498" style="cursor: pointer; display: block; height: 266px; margin: 0px auto 10px; text-align: center; width: 400px;" /></a><span style="font-size: 100%;"><span style="font-family: verdana;"><br />Se ricordate, a giugno dello scorso anno Verona fu "disturbata" (io no, anzi mi divertii a visitare assieme ai miei bambini i luoghi delle riprese e il Lungadige con i camion e le strutture di supporto) dal set e dalla confusione che ne derivò. Il film in proiezione oggi (e pure domani) è il risultato del lavoro di quei giorni. Devo dire che concordo sostanzialmente con la critica. Film mieloso ma che non disturba, si lascia guardare e apprezzare per quel che è, basta non entrare in sala (obbligatorio non perdere i titoli di testa) con troppe aspettative sulla sceneggiatura e sulla prova di recitazione (la Redgrave è comunque attrice di razza; brave e simpatiche le "segretarie di Giulietta"; modesta la Seyfried, che apprezzo di più come cantante; a dir poco fastidioso, infine, il doppiaggio di Bernal). Il risultato è comunque "caramelloso", come riporta il critico, ma pienamente godibile. E quindi me lo sono goduto.</span> <span style="font-family: verdana;"><br /><br />Perché ve ne parlo? </span><span style="font-family: verdana;"><br />Perché questo lavoro è occasione più unica che rara di <span style="font-weight: bold;">guardare alla nostra città con occhi stranieri</span>. Così stranieri che penserete di non averla mai osservata con troppa attenzione. Inquadrature da favola, tutti i dettagli a posto (i lampioni tutti in stile, le targhe a fianco ai monumenti in bronzo lavorato, decine di particolari che incantano), angolini meravigliosi e romantici (il Campidoglio fa sempre la sua figura e pure la cena in Piazzetta Pescheria non manca di fascino), atmosfera sempre un po' flou con tramonti e albe mozzafiato. Che bella, Verona! Ne sono davvero convinto e, da incallito passeggiatore </span><span style="font-family: verdana; font-style: italic;">nasoinsù</span><span style="font-family: verdana;">, riconosco che a ben vedere il regista non deve aver fatto troppa fatica. In particolare però mi hanno colpito: le <span style="font-weight: bold;">strade semideserte</span>, sempre (che i protagonisti percorrevano in libertà con una fiammante 500 rossa); il centro invaso da <span style="font-weight: bold;">molti passanti in bicicletta</span> (manco fossimo a Ferrara); i nostri amati <span style="font-weight: bold;">velocipedi</span> distrattamente e <span style="font-weight: bold;">fiduciosamente appoggiati ai muri</span> (magari!); i <span style="font-weight: bold;">bambini </span>(di molti colori) <span style="font-weight: bold;">che giocano a palla per strada</span> (visti solo al <a href="http://www.tocati.it/">Tocatì</a>).</span><span style="font-family: verdana;"><br />Praticamente la Verona che vorremmo!</span> <span style="font-family: verdana;"><br /><br />Mi è piaciuta la definizione di </span><span style="font-family: verdana; font-style: italic;">location product placement</span><span style="font-family: verdana;">: effetttivamente si tratta di un biglietto da visita molto ben confezionato e sapientemente proposto al pubblico oltreoceano (quanto avremo sborsato per questo? mah! soldi ben spesi, comunque). Nel film, l'editore della giovane Sophie le consiglia di acquistare molte azioni Alitalia (che sia una </span><span style="font-family: verdana; font-style: italic;">marchetta </span><span style="font-family: verdana;">anche questa?) dal momento che un sacco di donne americane vorranno andare a Verona dopo aver letto il libro da lei scritto sulla vicenda d'amore. E probabilmente ha ragione: l'anno prossimo sentiremo l'onda (speriamolo). Certo, se approderanno in riva all'Adige alla ricerca dell'oasi di silenzio e libertà dal traffico che hanno intravisto, i fiduciosi turisti potrebbero restare un po' delusi...</span><span style="font-family: verdana;">A noi una considerazione: che bisogno ci sarà mai di falsare la realtà addolcendo questi particolari aspe<span style="font-family: verdana;">tti? Non ci dicevano forse che il massimo della vita è una città piena di strade trafficate e di parcheggi in pieno centro? E allora perché mistificare se è già tutto perfetto? Forse perché il regista è di New York</span>? (vedi </span><a href="http://www.repubblica.it/ambiente/2010/03/02/news/new_york_verde-2475781/" style="font-family: verdana;">qui </a><span style="font-family: verdana;">, </span><a href="http://www.youtube.com/watch?v=gsBrBPoRhxc" style="font-family: verdana;">qui</a><span style="font-family: verdana;"> e <a href="http://www.pdquinta.it/index.php?option=com_content&view=article&id=552:alcuni-pensieri-per-dormire-sereni-del-21072010&catid=54:la-moka&Itemid=70">qui</a>).</span><span style="font-family: verdana;">Ci confortino queste visioni di futuro e pure il fatto che, almeno nella finzione cinematografica, questo sogno si è </span></span><span style="font-size: 100%;"><span style="font-family: verdana;">comunque </span></span><span style="font-size: 100%;"><span style="font-family: verdana;">realizzato.<br /></span></span>pavo67http://www.blogger.com/profile/07759405654271791981noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6189982262701240337.post-6513861132221385342010-08-10T10:40:00.009+02:002010-08-10T12:12:33.655+02:00Ministri servitori<span style="font-size:100%;"><span style=";font-family:verdana;font-size:85%;" >Se mai l’hanno saputo (c’è di che dubitarne…) certi “signori” hanno dimenticato che “ministro” vuol proprio dire “servitore” della collettività. E si credono maestri di “dottrina sociale cristiana”, figuriamoci!</span><span style="font-size:85%;"><br /><br /></span><span style=";font-family:verdana;font-size:85%;" >“Minister”, dalla radice latina “minus”, cioè “meno”, quindi “colui che serve”, contrapposto a “magister”, da “magis”, cioè “che è più”, da cui “maestro”.</span><span style="font-size:85%;"><br /><br /></span><span style="font-family:verdana;"><span style="font-size:85%;">Il mondo alla rovescia: i maestri, sicuramente quelli della scuola ma pure gli scienzati e gli studiosi di tutti i rami dello scibile, sono quasi sempre poco pagati; i ministri, invece, e tutto il loro intorno, sono pagatissimi, altrochè. E per fare gli interessi di chi ?<br /></span><br /><br /></span></span><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJIt7aoSI3YSgGzfS2seneECrDxL-69Aj-vPnTJxAGiCs2N7UdUbbImWIW6g2SasZbwMdfQxvFxHuY0XXsApqg3MiLUHCRdhf4LkE48FpahJueufmpfFV7i5_ov3n29C0qs_0t58YJsxwN/s1600/Servitore.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 400px; height: 300px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJIt7aoSI3YSgGzfS2seneECrDxL-69Aj-vPnTJxAGiCs2N7UdUbbImWIW6g2SasZbwMdfQxvFxHuY0XXsApqg3MiLUHCRdhf4LkE48FpahJueufmpfFV7i5_ov3n29C0qs_0t58YJsxwN/s400/Servitore.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5503720711337555650" border="0" /></a><p class="MsoNormal" style="font-family:verdana;"><span style="font-size:100%;"><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivwtHKT8bfFzkxZb1dGVMf8vq4yKuVT5ZO8QNOO6_1hTc68Edkg4Bkk9IgWudsDIaltXGzQtFBIlEocgkes33zFfRoznd4ciafP2xv-fIL4S91g_7bnF2YI4p84DB2pD04at7mzlzibxZx/s1600/Servitore.jpg"></a></span></p><h3 style="margin: 0cm 0cm 0pt; vertical-align: baseline;"></h3><br /><br /><span style="font-size:100%;"><span style="font-style: italic;font-family:verdana;" ></span><span style="font-size:85%;"><span style="font-style: italic;font-family:verdana;" ><a href="http://www.ilmessaggero.it/articolo_app.php?id=31430&sez=HOME_INITALIA&npl=&desc_sez=">dal "Messaggero"</a> </span></span></span><span style="font-size:100%;"><span style="font-style: italic;font-family:verdana;" ><span style="font-size:78%;"><br /></span><span style="font-size:85%;"><span style="font-size:78%;"><br /></span>Famiglia Cristiana: «Ministri servitori»</span></span> <span style="font-style: italic;font-family:verdana;font-size:85%;" ><br />Il Pdl sbotta: «Questa è arroganza»<br />Il settimanale: «Concezione padronale dello Stato, guai a chi osa sfidare il dominus assoluto. Ora nuovi leader»<br /><br /></span></span><span style="font-size:85%;"> <span style="font-weight: bold;font-family:verdana;" >MILANO </span><span style="font-family:verdana;">- «Una concezione padronale dello Stato ha ridotto ministri e politici in "servitori", semplici esecutori dei voleri del capo» e «poco importa che il Paese vada allo sfascio: non si ammettono repliche al pensiero unico. E guai a chi osa sfidare il "dominus" assoluto». È un vero e proprio affondo contro il governo quello contenuto nell'editoriale del numero di Famiglia Cristiana in edicola mercoledì. L'articolo interviene sulla questione morale e sulla situazione nel Pdl, sottolineando che «lo sbandierato garantismo, soprattutto a favore dei potenti, è troppo spesso pretesa di impunità totale. Nonostante la gravità delle imputazioni». Una posizione che ha fatto andare su tutte le furie Gianfranco Rotondi. «Il settimanale insulto di Famiglia Cristiana al governo è un pregiudizio e un atto di arroganza che la mette fuori dalla dottrina sociale cristiana. Un giornale cristiano non può chiamare i ministri con disprezzo "servitori", perché un cristiano non usa questo linguaggio né con gli ultimi né con i primi» ha detto il ministro per l'Attuazione del Programma di governo. Carlo Giovanardi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ha replicato attaccando direttamente il direttore dell settimanale don Sciortino: ««Servitore di disegni politici altrui - sostiene - sarà lui, che si ostina a non accorgersi che questo governo è il più leale sostenitore di quei valori non negoziabili che dovrebbero essere la prima preoccupazione dei cattolici del nostro Paese».</span><br /><br /><span style="font-weight: bold;font-family:verdana;" >«NESSUNA SORPRESA»</span><span style="font-family:verdana;"> - «Ciò che mi sorprende della presa di posizione di Famiglia Cristiana è la mancanza di una riflessione critica che riguardi anche il ruolo che la Chiesa ha svolto in questi ultimi decenni nel contribuire alla formazione di una nuova classe dirigente nazionale» fa eco a Rotondi il coordinatore Pdl Sandro Bondi. Il Pd da parte sua difende il settimanale: «Nessuna sorpresa in merito a quanto rileva Famiglia Cristiana’. Succede quando si hanno partiti leaderistici, in cui la politica ha un ruolo nullo» afferma il deputato democratico Enrico Farinone.</span></span>pavo67http://www.blogger.com/profile/07759405654271791981noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6189982262701240337.post-56422383785651904752010-02-19T01:14:00.004+01:002010-02-19T01:19:03.394+01:00San Valentino<span style="font-family: verdana;font-size:100%;" >Visto su <a href="http://velovogue.blogspot.com/2010/02/bike-valentine.html">Vélo Vogue</a>.<br />E piaciuto<br /><br /><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizH2A09vHG7LCXhftZ-XHKTGYxIL5rnd7xMVvlDFxVk3sE3XC8uCgTsb8QpL1xWgFIwWMcdA9X6RjKC7ZsmWE2fnC_cvqQs5PU29EqdoTsVwGgU2hHqw8Fd6D_KhRw9qr-yYi3w2AgGLlt/s1600-h/bikelove.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 400px; height: 392px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizH2A09vHG7LCXhftZ-XHKTGYxIL5rnd7xMVvlDFxVk3sE3XC8uCgTsb8QpL1xWgFIwWMcdA9X6RjKC7ZsmWE2fnC_cvqQs5PU29EqdoTsVwGgU2hHqw8Fd6D_KhRw9qr-yYi3w2AgGLlt/s400/bikelove.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5439742168956971042" border="0" /></a><br /></span>pavo67http://www.blogger.com/profile/07759405654271791981noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6189982262701240337.post-76359312562566100202010-02-02T17:35:00.003+01:002010-02-02T17:41:55.467+01:00Educare alla bellezza<span style=";font-family:verdana;font-size:100%;" ><span style="font-size:100%;"><span style="font-style: italic;font-size:85%;" >di <span style="font-weight: bold;">Luciano LORINI</span>
<br />da <a href="http://www.amicidellabicicletta.it/spip/spip.php?article818">Ruotalibera</a> (Anno XXVI Num. 1 - 115 - Gennaio/Febbraio 2010)
<br /></span><span style="font-size:100%;"><span style="font-size:85%;"><span style="font-style: italic;"></span></span></span></span>
<br /><span style="font-style: italic;">Gli stalli ricavati a ridosso dell’Arena sono un brutto segnale di degrado e poca civiltà</span>
<br />
<br />“Più ti guardo, più mi piaci”, canta Casadei. E qualcuno va rincalzando che “tanto, poi, ci si abitua”. Ma a noi, sognatori, piace ricordare Peppino Impastato, quando diceva che “bisognerebbe educare la gente alla bellezza, contro l’abitudine e la rassegnazione”. Non abbiamo quindi problemi a dire che questi nuovi stalli vicino all’Arena proprio non ci piacciono. Non ci sono piaciuti i primi 12, tracciati dalla giunta Zanotto (lo dicemmo in più occasioni); non ci sono piaciuti gli attuali nella loro prima sistemazione, a ridosso del vallo; non vogliamo abituarci alla loro presenza nemmeno ora che li hanno spostati dall’altro lato della strada. Proviamo a spiegare il perché.
<br />
<br />Intanto <span style="font-weight: bold;">sono e restano brutti</span>. Molto brutti. E in una città che l’UNESCO ha dichiarato Patrimonio dell’Umanità (che significa “universalità, unicità ed insostituibilità”) questo aspetto è tutt’altro che trascurabile. Tra l’altro la cura del patrimonio artistico avrebbe pure una sua valenza economica, alla quale però nessuno pensa. Come se ai turisti e ai cittadini interessasse solo il lato prospicente la piazza Bra’, supponendo che la nostra Arena possa avere un suo “lato B”, inteso come bene di seconda scelta, rilevante per pochi. In base a queste affermazioni ci chiediamo perché si siano spesi soldi per la pulizia degli arcovoli posteriori…
<br />
<br /><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjDFypz71B8A7whFOlJYVx52BEVeMGk8dxLBaGFnXS0fw_Csm_RuGKmeDfjZ7IRQvr2RVLTftosEvdlO4G6kG0W_Iez3WcP0E7B4D4wsGXFs0TxqcNBpTAyyNnXMJIPsCqMnnT1EXENf5p5/s1600-h/RL-115+-+Disegno+Giuseppe+Luisi+%28StalliArena%29.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 400px; height: 285px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjDFypz71B8A7whFOlJYVx52BEVeMGk8dxLBaGFnXS0fw_Csm_RuGKmeDfjZ7IRQvr2RVLTftosEvdlO4G6kG0W_Iez3WcP0E7B4D4wsGXFs0TxqcNBpTAyyNnXMJIPsCqMnnT1EXENf5p5/s400/RL-115+-+Disegno+Giuseppe+Luisi+%28StalliArena%29.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5433686179377281842" border="0" /></a></span><meta equiv="Content-Type" content="text/html; charset=utf-8"><meta name="ProgId" content="Word.Document"><meta name="Generator" content="Microsoft Word 11"><meta name="Originator" content="Microsoft Word 11"><link rel="File-List" href="file:///C:%5CDOCUME%7E1%5CLuciano%5CIMPOST%7E1%5CTemp%5Cmsohtml1%5C01%5Cclip_filelist.xml"><!--[if gte mso 9]><xml> <w:worddocument> <w:view>Normal</w:View> <w:zoom>0</w:Zoom> <w:hyphenationzone>14</w:HyphenationZone> <w:punctuationkerning/> <w:validateagainstschemas/> <w:saveifxmlinvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid> <w:ignoremixedcontent>false</w:IgnoreMixedContent> <w:alwaysshowplaceholdertext>false</w:AlwaysShowPlaceholderText> <w:compatibility> <w:breakwrappedtables/> <w:snaptogridincell/> <w:wraptextwithpunct/> <w:useasianbreakrules/> <w:dontgrowautofit/> </w:Compatibility> <w:browserlevel>MicrosoftInternetExplorer4</w:BrowserLevel> </w:WordDocument> </xml><![endif]--><!--[if gte mso 9]><xml> <w:latentstyles deflockedstate="false" latentstylecount="156"> </w:LatentStyles> </xml><![endif]--><style> <!-- /* Font Definitions */ @font-face {font-family:Verdana; panose-1:2 11 6 4 3 5 4 4 2 4; mso-font-charset:0; mso-generic-font-family:swiss; mso-font-pitch:variable; mso-font-signature:536871559 0 0 0 415 0;} /* Style Definitions */ p.MsoNormal, li.MsoNormal, div.MsoNormal {mso-style-parent:""; margin:0cm; margin-bottom:.0001pt; mso-pagination:widow-orphan; font-size:12.0pt; font-family:"Times New Roman"; mso-fareast-font-family:"Times New Roman";} @page Section1 {size:612.0pt 792.0pt; margin:70.85pt 2.0cm 2.0cm 2.0cm; mso-header-margin:36.0pt; mso-footer-margin:36.0pt; mso-paper-source:0;} div.Section1 {page:Section1;} --> </style><!--[if gte mso 10]> <style> /* Style Definitions */ table.MsoNormalTable {mso-style-name:"Tabella normale"; mso-tstyle-rowband-size:0; mso-tstyle-colband-size:0; mso-style-noshow:yes; mso-style-parent:""; mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt; mso-para-margin:0cm; mso-para-margin-bottom:.0001pt; mso-pagination:widow-orphan; font-size:10.0pt; font-family:"Times New Roman"; mso-ansi-language:#0400; mso-fareast-language:#0400; mso-bidi-language:#0400;} </style> <![endif]--><span style=";font-family:Verdana;font-size:9;" ></span><blockquote><span style=";font-family:Verdana;font-size:85%;" >di Giuseppe Luisi: “Tolleranza zero”</span></blockquote>
<br /><span style=";font-family:verdana;font-size:100%;" >Parlando poi di aspetti legati al <span style="font-weight: bold;">modello di mobililtà</span> ci spiace constatare che ancora una volta tutto ruota intorno all’automobile. Per fare posto ai nuovi posti auto si è ridotta a senso unico una strada, sopprimendo una corsia preferenziale che, se è vero che non serviva più agli autobus dopo la pedonalizzazione di via Stella, garantiva comunque il collegamento Municipio-via Stella ai ciclisti, ai mezzi di servizio e ai tassisti (stupisce che non giungano proteste da questo fronte). Ridurre la permeabilità del centro storico alle biciclette significa compiere un passo indietro rispetto alla direzione di progresso e civiltà che l’Europa ci addita di continuo e che noi ci ostiniamo a trascurare. E’ un indice di grave miopia nei confronti della visione di modernità e progresso, quella vera, che qualcuno vorrebbe però venderci storpiata e declinata alla sua maniera.
<br />
<br />Come dietro all’Arena, così pure in piazza Bra’ di fianco al Municipio e a Castelvecchio alla fine delle Regaste di San Zeno, l’obiettivo dell’Amministrazione è ricavare posti auto. I tre stalli di Castelvecchio messi lì’, “sul cantòn”, tanto perché “i ghe stava” sono un insulto al buon gusto. Come pure le auto in sosta ai lati di Palazzo Barbieri, quasi dei telamoni a sostegno della scalinata.
<br />
<br />Ci è stato raccontato che si tratta di un provvedimento temporaneo, in attesa della riapertura di Piazza Cittadella. Speriamo sia vero; anche se ci permettiamo di dubitare. Noi AdB ci stiamo interrogando su possibili iniziative a sostegno della definitiva cancellazione di tutti gli stalli che offendono i nostri bei monumenti. In aiuto alla battaglia pro-decoro che qui a Verona, tanto efficace contro bivacchi e vu cumprà, non riesce a contrastare la pigrizia e la maleducazione dei suoi cittadini (un esempio: la sosta selvaggia davanti a Portoni Borsari). Intanto rinnoviamo la proposta ai nostri amministratori di dimostrare la loro buona fede e l’impegno per la città e l’ambiente, rinunciando da subito al privilegio del parcheggio in Piazza. L’invito è rivolto a tutti, compreso il Sindaco la cui auto, ad ogni buon conto, non ha bisogno di stalli: fa spesso mostra di sé proprio di fronte alla scalinata di Palazzo.
<br />
<br /></span>pavo67http://www.blogger.com/profile/07759405654271791981noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6189982262701240337.post-58724687394946031802010-01-17T01:38:00.007+01:002010-02-19T01:08:27.962+01:00I like Copenhagen, città dei ciclisti<object width="425" height="344"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/xsDxOx7PUP0&hl=it_IT&fs=1&color1=0x234900&color2=0x4e9e00"></param><param name="allowFullScreen" value="true"></param><param name="allowscriptaccess" value="always"></param><embed src="http://www.youtube.com/v/xsDxOx7PUP0&hl=it_IT&fs=1&color1=0x234900&color2=0x4e9e00" type="application/x-shockwave-flash" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true" width="425" height="344"></embed></object>pavo67http://www.blogger.com/profile/07759405654271791981noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6189982262701240337.post-124937619207265682009-11-22T22:05:00.010+01:002009-11-22T22:57:18.201+01:00Andare con le rotelline…<meta equiv="Content-Type" content="text/html; charset=utf-8"><meta name="ProgId" content="Word.Document"><meta name="Generator" content="Microsoft Word 11"><meta name="Originator" content="Microsoft Word 11"><link rel="File-List" href="file:///C:%5CDOCUME%7E1%5CLuciano%5CIMPOST%7E1%5CTemp%5Cmsohtml1%5C01%5Cclip_filelist.xml"><!--[if gte mso 9]><xml> <w:worddocument> <w:view>Normal</w:View> <w:zoom>0</w:Zoom> <w:hyphenationzone>14</w:HyphenationZone> <w:punctuationkerning/> <w:validateagainstschemas/> <w:saveifxmlinvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid> <w:ignoremixedcontent>false</w:IgnoreMixedContent> <w:alwaysshowplaceholdertext>false</w:AlwaysShowPlaceholderText> <w:compatibility> <w:breakwrappedtables/> <w:snaptogridincell/> <w:wraptextwithpunct/> <w:useasianbreakrules/> <w:dontgrowautofit/> </w:Compatibility> <w:browserlevel>MicrosoftInternetExplorer4</w:BrowserLevel> </w:WordDocument> </xml><![endif]--><!--[if gte mso 9]><xml> <w:latentstyles deflockedstate="false" latentstylecount="156"> </w:LatentStyles> </xml><![endif]--><style> <!-- /* Font Definitions */ @font-face {font-family:Verdana; panose-1:2 11 6 4 3 5 4 4 2 4; mso-font-charset:0; mso-generic-font-family:swiss; mso-font-pitch:variable; mso-font-signature:536871559 0 0 0 415 0;} /* Style Definitions */ p.MsoNormal, li.MsoNormal, div.MsoNormal {mso-style-parent:""; margin:0cm; margin-bottom:.0001pt; mso-pagination:widow-orphan; font-size:12.0pt; font-family:"Times New Roman"; mso-fareast-font-family:"Times New Roman";} @page Section1 {size:612.0pt 792.0pt; margin:70.85pt 2.0cm 2.0cm 2.0cm; mso-header-margin:36.0pt; mso-footer-margin:36.0pt; mso-paper-source:0;} div.Section1 {page:Section1;} --> </style><!--[if gte mso 10]> <style> /* Style Definitions */ table.MsoNormalTable {mso-style-name:"Tabella normale"; mso-tstyle-rowband-size:0; mso-tstyle-colband-size:0; mso-style-noshow:yes; mso-style-parent:""; mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt; mso-para-margin:0cm; mso-para-margin-bottom:.0001pt; mso-pagination:widow-orphan; font-size:10.0pt; font-family:"Times New Roman"; mso-ansi-language:#0400; mso-fareast-language:#0400; mso-bidi-language:#0400;} </style> <![endif]--><span style="font-size:100%;"><span style="font-style: italic;font-size:85%;" ><span style="font-family:verdana;">Intervista (versione integrale) di <span style="font-weight: bold;">Luciano LORINI</span></span> <span style="font-size:78%;"> </span></span></span><span style="font-size:78%;"><span style="font-style: italic;"><span style="font-family:verdana;">(versione ridotta <a href="http://www.amicidellabicicletta.it/spip/IMG/pdf/ruotalibera_114_1.pdf">qui</a></span></span></span><span style="font-size:100%;"><span style="font-style: italic;font-size:85%;" ><span style="font-family:verdana;"><span style="font-size:78%;">)</span>
<br />da </span><a style="font-family: verdana;" href="http://www.amicidellabicicletta.it/spip/spip.php?article810">Ruotalibera</a><span style="font-family:verdana;"> </span></span></span><span style="font-size:100%;"><span style="font-style: italic;font-size:85%;" ><span style="font-family:verdana;">(Anno XXV Num. 6 - 114 - Novembre/Dicembre 2009)
<br /></span></span></span><span style="font-size:100%;"><span style="font-style: italic;font-size:85%;" ><span style="font-family:verdana;">
<br />
<br /></span></span></span><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMVUpjydN3UwFr044BoYHg13kwaANR6uJ2X9N_aJwSxoSEYWecYMrw8LoCSJxOpzVKNIbW4mLrROhs5OEYJqKAYt4kcGqSTissGe8zRsbY5tJf4NTtVAjhxn5fIyNOn_z39ieEgvC1ZCXA/s1600/RL-114+-+Immagine+8+%28diGruppo%29.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 278px; height: 400px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMVUpjydN3UwFr044BoYHg13kwaANR6uJ2X9N_aJwSxoSEYWecYMrw8LoCSJxOpzVKNIbW4mLrROhs5OEYJqKAYt4kcGqSTissGe8zRsbY5tJf4NTtVAjhxn5fIyNOn_z39ieEgvC1ZCXA/s400/RL-114+-+Immagine+8+%28diGruppo%29.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5407045035497072002" border="0" /></a><span style="font-size:100%;"><span style="font-style: italic;font-size:85%;" ><span style="font-family:verdana;"><span style="font-size:100%;">
<br />
<br />Incontriamo e conosciamo meglio i nostri "cugini" pattinatori.
<br />
<br /></span></span></span><span style="font-size:100%;"><span style="font-family:verdana;">Si chiama <a href="http://www.fiab-onlus.it/comodo.htm"><span style="font-weight: bold;">mobilità dolce</span></a>. Riguarda tutti gli utenti della strada che utilizzano forme di trasporto non motorizzato, dai piedi, alle biciclette, passando magari per i pattini, i meglio noti “roller”. Molti aspetti accomunano i ciclisti urbani con i pattinatori. Come noi, ma con le ruote piccole, essi si muovono a impatto zero, esplorando il mondo in forma sostenibile e interagendo con l’ambiente in allegra simpatia. E come i ciclisti, ultimamente, godono di cattiva fama.
<br />
<br />Intuendo, per esperienza diretta, questa vicinanza, questa parentela, ho rivolto ai nostri “cugini” di ruota alcune domande per conoscerli meglio. Le risposte sono arrivate pronte e disponibili, aperte e sincere. </span></span></span>
<br />
<br />
<br /><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjoouX6qEeGn5XFyUSd3ZtXM5_ySfNwLJ4PzW1i8wLp9VjcOfzZglJGIOp8kpZgqWPn5mmVfiX2YL05HDFCyHwWZRy8rH7bZi-_pnh7DXz7tUBvHe7LUXg7njsLj11Oi9mTwQ-6VdXOUNhJ/s1600/RL-114+-+Immagine+4+%28InCitta%29.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 279px; height: 400px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjoouX6qEeGn5XFyUSd3ZtXM5_ySfNwLJ4PzW1i8wLp9VjcOfzZglJGIOp8kpZgqWPn5mmVfiX2YL05HDFCyHwWZRy8rH7bZi-_pnh7DXz7tUBvHe7LUXg7njsLj11Oi9mTwQ-6VdXOUNhJ/s400/RL-114+-+Immagine+4+%28InCitta%29.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5407043284705162418" border="0" /></a><blockquote style="font-family: verdana;font-family:verdana;" ><span style="font-size:85%;">Attraversamento <span style="font-style: italic;">protetto </span>in città
<br /></span></blockquote><span style="font-family: verdana;font-family:verdana;font-size:85%;" > </span><span style="font-size:100%;"><span style="font-style: italic;font-size:100%;" ><span style="font-family:verdana;">
<br />- Nelly, Paolo, Carlo e Silvia. Chi siete? Chi sono i pattinatori urbani? Quale la loro composizione? Quali bisogni esprimete, quali le vostre aspettative?
<br />
<br /></span></span><span style="font-size:100%;"><span style="font-family:verdana;">I pattinatori urbani non sono un gruppo definito ma possiamo definire tali semplicemente tutte quelle persone che si ritrovano con i pattini ai piedi per la voglia di farsi un giro. Un po’ come succede per una passeggiata al parco o un giro in bicicletta. <span style="font-weight: bold;">Le motivazioni </span>che spingono i pattinatori a incontrarsi sono praticamente il desiderio di muoversi all’aperto, di socializzare, di mettersi alla prova e migliorare le proprie capacità, la curiosità per i luoghi e il rifiuto – quando possibile - per i mezzi motorizzati. In città, le variabili che condizionano il pattinaggio sono molto più numerose: innanzitutto la presenza del traffico veicolare, che costringe a una maggiore attenzione; poi la varietà di fondo stradale e di ostacoli, dal pavè all’asfalto, dal gradino del marciapiede alla piazza lastricata. Aggiungiamo il buio, dato che solitamente i pattinatori si ritrovano in orario serale, un po’ per evitare il traffico più intenso e un po’ perchè naturalmente più liberi da impegni domestici e lavorativi. Anche se molti pattinatori amano praticare il loro sport sia lungo le ciclabili che in città, queste variabili probabilmente “selezionano” le persone in base alle capacità: è infatti probabilmente più facile (se escludiamo percorsi particolarmente lunghi o con grossi dislivelli) accompagnare un pattinatore inesperto su una ciclabile sgombera da auto e che si presenta grossomodo sempre uguale, piuttosto che su continui, piccoli ostacoli.
<br />
<br />
<br /></span></span></span><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhyphenhyphen6HFOCBkhv1cdw1bik5ivm6Lvf1Qtmcba5_siRfVq4egMMXwdoWob36taOdMUxdCuseRtXlEX_DjisMm5hJIW_QGzp1TlonKPIJ3QY81RhOb3TnPyLOuT3IkEoDjUMXmxySeMINlu4hP/s1600/RL-114+-+Immagine+3+%28LaMartesana%29.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 278px; height: 400px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhyphenhyphen6HFOCBkhv1cdw1bik5ivm6Lvf1Qtmcba5_siRfVq4egMMXwdoWob36taOdMUxdCuseRtXlEX_DjisMm5hJIW_QGzp1TlonKPIJ3QY81RhOb3TnPyLOuT3IkEoDjUMXmxySeMINlu4hP/s400/RL-114+-+Immagine+3+%28LaMartesana%29.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5407045702930949682" border="0" /></a><blockquote></blockquote><span style="font-size:100%;"><span style="font-size:100%;"><span style="font-family:verdana;"><blockquote><span style="font-size:85%;">Sul Naviglio della Martesana
<br /></span></blockquote>
<br />I pattini quindi sono intesi principalmente come <span style="font-weight: bold;">mezzo di svago</span> e sono davvero pochissimi ad usarli come <span style="font-weight: bold;">mezzo di trasporto</span>, almeno qui in italia. Il problema fondamentale è che pattinare sulla strada e sulle piste ciclabili è vietato, e quindi si circola sempre a proprio rischio e pericolo.
<br />
<br />Qualche audace (e capace) li usa al posto della bici anche per gli spostamenti quotidiani, è vero, ma il problema è sempre l’incertezza (“verrò sanzionato?”) derivante dalla certezza di essere abusivo. Sulle piste ciclabili e nelle zone chiuse al traffico i pattini sono infatti <span style="font-weight: bold;">tollerati </span>ma il codice della strada (contenuto nel Decreto Legislativo n. 285 del 30.4.1992 all’art. 190, comma 8) ne vieta esplicitamente l’uso: « La circolazione mediante tavole, pattini o altri acceleratori di velocità è vietata sulla carreggiata delle strade » e « Sugli spazi riservati ai pedoni è vietato usare tavole, pattini o altri acceleratori di andatura che possano creare situazioni di pericolo per gli altri utenti ». Per legge le piste ciclabili sono quindi riservate solo ai velocipedi.
<br /></span></span></span><span style="font-size:100%;"><span style="font-size:100%;"><span style="font-family:verdana;">
<br />
<br /></span></span></span><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgu-ZWyzl8BLZJh7nSiOOF-mzC3xmrJIBH4VvTMtEYZPf7pJ_AP027RpmicbctAWXbvjo_h8fEpZJs3njVoK9S789WWjqkmqM_YY1F8OElaZTZghiQOcikTrpgqBK5pSeKQ23GCkmDoRRMf/s1600/RL-114+-+Immagine+9+%28AlpeAdria%29.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 279px; height: 400px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgu-ZWyzl8BLZJh7nSiOOF-mzC3xmrJIBH4VvTMtEYZPf7pJ_AP027RpmicbctAWXbvjo_h8fEpZJs3njVoK9S789WWjqkmqM_YY1F8OElaZTZghiQOcikTrpgqBK5pSeKQ23GCkmDoRRMf/s400/RL-114+-+Immagine+9+%28AlpeAdria%29.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5407049684922373346" border="0" /></a><blockquote style="font-family: verdana;"><span style="font-size:85%;">Lungo uno dei percorsi Alpe-Adria
<br /></span></blockquote><span style="font-size:100%;"><span style="font-size:100%;"><span style="font-family:verdana;">
<br />Quando si va in giro si cerca ovviamente di fare tutto nel rispetto del codice della strada (paradossalmente, sempre considerando che nel momento in cui ci si infilano i pattini, fuori da una pista di pattinaggio o adibita ad essi, si è già fuorilegge), si rimane il più uniti possibile e regolari per evitare intralci con il traffico cittadino. Insomma si gira in ciclabile, per strade poco trafficate, per le piazze, ecc., <span style="font-weight: bold;">come si farebbe con una normalissima bicicletta</span>.
<br />
<br />Per questo quindi pensiamo che <span style="font-weight: bold;">le esigenze di un pattinatore </span>siano fondamentalmente le stesse che può avere un ciclista. Ovvero <span style="font-weight: bold;">tutela, rispetto e dignità</span>, nella reciprocità con gli altri mezzi.
<br />
<br />C’è un gruppo che unisce pattinatori di tutta Italia, il PPUG (Piste Pattinabili User Group), che sta sostenendo attraverso una raccolta firme la proposta di legge (n. 2148 del 3 febbraio 2009) del deputato Sabatino Aracu per consentire la circolazione di pattini e skateboard sulle piste ciclabili
<br />«9-bis. La circolazione con pattini a rotelle o con tavole a spinta è consentita sulle piste ciclabili e nelle altre aree urbane individuate nei piani urbani del traffico, con l’obbligo di osservare il comportamento prescritto per i pedoni ». Se volete <a href="http://www.pattininews.it/summa/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=1742">potete sostenerci anche voi</a>. <span style="font-size:78%;">(http://www.pattininews.it/summa/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=1742)
<br />
<br /></span>Il PPUG incoraggia la pratica del pattinaggio in tutte le sue modalità, purchè rispettose degli altri fruitori degli spazi pubblici (automobilisti, ciclisti, pedoni...) e raccoglie quindi regolarmente informazioni anche sulle pattinate cittadine.
<br />
<br /><span style="font-weight: bold;">Ambizioso obiettivo</span> è quello di arrivare ad esperienze <span style="font-weight: bold;">come </span>quelle di <span style="font-weight: bold;">diverse città europee</span>, dove pattinare è permesso, anzi, in molti casi, tutelato dalle forze dell’ordine.
<br />
<br /></span></span><span style="font-style: italic;font-size:100%;" ><span style="font-family:verdana;">
<br /></span></span></span><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhfg829LSjyaRDOAfRW55ZQnRLaVT8Qo2cXS73IOyGn-up11ImfcNKIi9vZqBZKyzEwIHVHP7_osq6odd_n555f6sSQAvJS4b6ca9-WBIfzuOBvWeD-e_5VNE5onzlrpVuUuyWqos6ro4rD/s1600/RL-114+-+Immagine+5+%28ValBrenta%29.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 278px; height: 400px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhfg829LSjyaRDOAfRW55ZQnRLaVT8Qo2cXS73IOyGn-up11ImfcNKIi9vZqBZKyzEwIHVHP7_osq6odd_n555f6sSQAvJS4b6ca9-WBIfzuOBvWeD-e_5VNE5onzlrpVuUuyWqos6ro4rD/s400/RL-114+-+Immagine+5+%28ValBrenta%29.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5407046196845335874" border="0" /></a><blockquote style="font-family: verdana;font-family:verdana;" ><span style="font-size:85%;">In Valbrenta
<br /></span></blockquote>
<br /><span style="font-size:100%;"><span style="font-style: italic;font-size:100%;" ><span style="font-family:verdana;">- Voi, al contrario del pattinaggio artistico, non siete orientati alla performance ma al divertimento e ad un differente (rivoluzionario?) utilizzo del contesto urbano. Un po' la differenza che corre tra i ciclisti sportivi e noi Amici della Bicicletta (ciò non esclude ovviamente che vi possano essere sovrapposizioni, visioni condivise o simpatie reciproche). Qual'è il vostro rapporto con il territorio? Quale la vostra visione del tessuto urbano? E in questo contesto (con un occhio sempre rivolto al Codice della Strada), quale modello di mobililtà ipotizzate?
<br />
<br /></span></span><span style="font-size:100%;"><span style="font-family:verdana;">I luoghi prediletti dal PPUG sono le piste ciclabili urbane ed extraurbane e ciò avvicina il movimento e i gruppi (informali o associazioni vere e proprie) alle modalità abitualmente adottate dalle associazioni di ciclisti e cicloturisti.
<br />
<br />Pur essendo il PPUG composto da gruppi di natura diversa, alcuni dei quali squisitamente amatoriali, altri con caratteristiche agonistiche, comuni sono le finalità delle proposte: <span style="font-weight: bold;">a)</span> la diffusione dell’uso dei pattini anche come mezzo di trasporto ecologico e <span style="font-weight: bold;">b)</span> la promozione del pattinaggio tra più persone possibile.
<br />
<br />Il PPUG concretizza il perseguimento dei propri obiettivi con l’organizzazione di una serie di attività amatoriali che coinvolgono anche chi si sente solo un “potenziale pattinatore”, ritenendo che pattinare voglia dire respirare aria pulita, fare uno sport completo e adatto a ogni età, mettere insieme grandi, piccoli, bravi e meno bravi, girare la città o addirittura fare le vacanze senza inquinare.
<br />
<br />
<br /></span></span></span><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjDfsAKdAxdVbwFY82_M5dmA-rReZaUey6dws3V5OKuZ6TajaZ8V532ugzMKxYTGUKyr-FyiNmuBFMtLCigUaEUI4Ju014wAU5KiCuvhRpuk6Bgc55AFw-g1K59AHVveljU5RfNDBtGnNIQ/s1600/RL-114+-+Immagine+1+%28Rosolina%29.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 278px; height: 400px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjDfsAKdAxdVbwFY82_M5dmA-rReZaUey6dws3V5OKuZ6TajaZ8V532ugzMKxYTGUKyr-FyiNmuBFMtLCigUaEUI4Ju014wAU5KiCuvhRpuk6Bgc55AFw-g1K59AHVveljU5RfNDBtGnNIQ/s400/RL-114+-+Immagine+1+%28Rosolina%29.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5407050058609623970" border="0" /></a><blockquote style="font-family: verdana;"><span style="font-size:85%;">A Rosolina
<br /></span></blockquote>
<br /><span style="font-size:100%;"><span style="font-size:100%;"><span style="font-family:verdana;">Concretamente, si tratta di “passeggiate”, mediamente di una trentina di km, su percorsi ciclabili o a bassa percorrenza veicolare, testati precedentemente. Nel calendario PPUG – che raccoglie le proposte dei diversi gruppi in quasi tutto il territorio nazionale - sono inseriti mediamente una ventina di raduni, aperti a tutti, nella consapevolezza, tuttavia, che pattinare è vietato dal Codice della Strada. Questo aspetto purtroppo rende ancora molto diversi i raduni in pattini da quelli in bicicletta, i cui partecipanti naturalmente si sentono più liberi e tutelati. I gruppi promotori curano comunque l'organizzazione in modo da garantire il massimo della sicurezza e della fruibilità; i partecipanti sono coscienti del fatto che pattinano all’aperto sotto la loro personale responsabilità e a loro volta mettono in atto tutte le misure necessarie a partecipare - godendo dell'ambiente circostante e dell'opportunità di aggregazione – nel pieno rispetto degli spazi e dei diversi fruitori.
<br />
<br /></span></span><span style="font-style: italic;font-size:100%;" ><span style="font-family:verdana;">
<br /></span></span><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8r6RODL8lioP1-8vzY0JhLEjRTEHtq9eIm9grYs2OZkc7r2AV_QcUOSLiOTfAngqEQ9GHmV7qEcMvqpayGb9XK3VKQR8RbTqtGp9IlolFj03DTLTrcUx4kJQCgbwIV9fSmcahr5maJyil/s1600/RL-114+-+Immagine+2+%28Parigi%29.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 279px; height: 400px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8r6RODL8lioP1-8vzY0JhLEjRTEHtq9eIm9grYs2OZkc7r2AV_QcUOSLiOTfAngqEQ9GHmV7qEcMvqpayGb9XK3VKQR8RbTqtGp9IlolFj03DTLTrcUx4kJQCgbwIV9fSmcahr5maJyil/s400/RL-114+-+Immagine+2+%28Parigi%29.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5407041842231785218" border="0" /></a></span><blockquote><span style="font-size:85%;"><span style="font-family:verdana;">A Parigi!</span>
<br /></span></blockquote><span style="font-size:100%;">
<br /><span style="font-style: italic;font-size:100%;" ><span style="font-family:verdana;">- La pattinata notturna del martedì era diventata negli anni il simbolo di una Verona vivace, festosa, aperta e tollerante. Le emozioni e l'empatia con la città e i suoi abitanti che si potevano assaporare in quelle magiche notti estive sono difficili da raccontare, bisogna provarle. Ma qualcosa si è incrinato... Molto a riguardo è stato scritto in questi giorni, in forma più o meno condivisibile. Certo, alcuni problemi è innegabile ci fossero, ma a mio avviso la forma scelta per affrontarli non è stata certo la più illuminata. La vostra opinione? Proposte per il futuro?
<br />
<br /></span></span><span style="font-size:100%;"><span style="font-family:verdana;">Sinceramente, riteniamo che per l’Amministrazione il martedì sera avrebbe potuto trasformarsi <span style="font-weight: bold;">da problema a motivo di vanto</span>, proprio come lo è a Parigi, dove esistono il giro del venerdì sera e quello della domenica mattina per le famiglie! Si sarebbe pure potuto considerarlo un’attrazione per i turisti (in passato abbiamo incontrato dei turisti americani che si sono presentati in pattini proprio per fare il giro). Capiamo che uno dei problemi principali è stata la mancanza del rispetto per le regole stradali durante il giro. Forti del numero, non era insolito osservare pattinatori attraversare con il semaforo rosso, o persone non capaci di pattinare che rischiavano di mettere a repentaglio l’incolumità propria e altrui. Questa anarchia, però, era presente solo in certi periodi di punta, dovuta proprio al fatto che nessuno aveva la responsabilità di questa iniziativa, poiché il giro del martedì ormai da anni era semplicemente un ritrovo spontaneo.
<br />
<br />Alcuni pattinatori veronesi hanno preso a cuore la faccenda e stanno cercando di rendere nuovamente possibile il giro per la città, con varie proposte e attraverso il confronto con le autorità. Esiste un <a href="http://www.facebook.com/group.php?gid=39316343104">gruppo su Facebook</a> (<span style="font-size:78%;">http://www.facebook.com/group.php?gid=39316343104)</span> per ulteriori informazioni.</span></span><span style="font-style: italic;font-size:100%;" ><span style="font-family:verdana;">
<br />
<br />- Voi insegnate a pattinare ai bambini. Il pattinaggio come mezzo per "liberarsi" e stare insieme. Quale futuro "pattinifero" vedete per loro in queste nostra sempre stupenda città?
<br />
<br /></span></span><span style="font-size:100%;"><span style="font-family:verdana;">[Carlo e Silvia] A Padova purtroppo la realtà è molto diversa da quella di Verona. Gli spazi “pattinabili” intesi come ciclabili urbane ed extraurbane sono praticamente inesistenti; lo splendido Prato della Valle, che resta pur sempre uno spazio circoscritto, se da un lato sembrerebbe favorire la possibilità di praticare questo sport, dall'altro disperde i pattinatori, che naturalmente lo usano ciascuno secondo i propri tempi e impegni, senza quindi necessariamente cercare un'aggregazione con altri. Le associazioni e i gruppi presenti inoltre sono molto pochi (attualmente se ne possono contare due) e si dedicano ad attività diverse dal classico giro cittadino. L'amministrazione locale (in particolare la polizia municipale), infine, è decisamente ostile a qualsiasi ipotesi, anche semplice, di utilizzo dei pattini, tanto che le associazioni presenti “esportano” le loro proposte nei Comuni limitrofi.
<br />
<br />[Paolo] Ecco, ancora diversa invece è la realtà di Modena (sempre parlando di “urbano” e futuro “pattinifero”) visto che la nostra città è veramente ricca di piste ciclabili. Sotto questo aspetto siamo veramente fortunati, di questo me ne accorgo quando giro per le altre città, accompagnato dai gruppi locali, che a loro volta si sorprendono quando vengono a pattinare a Modena. Anche le autorità locali che ci vedono circolare, non sono ostili e non ci dicono niente dimostrandosi tolleranti… forse perché vedono appunto che non facciamo niente di male, cerchiamo di essere rispettosi e di autoregolarci. Penso che proprio per questi motivi ci sia una buona possibilità di evolvere in quella direzione di convivenza di “pattini e tutto il resto” e, per i bambini che vogliono crescere con i pattini sotto i piedi, di vivere la città liberamente, facendo movimento, divertendosi con gli amici (e non da soli in casa con giochi elettronici) e, cosa che adesso “va tanto di moda” (ma è da sempre importante), senza inquinare.
<br />
<br />[Nelly] Mi piacerebbe girare per la città e trovare persone che si esercitano nello slalom, mi piacerebbe che i pattini potessero essere usati per spostarsi e quindi, se ne ho voglia, andare in città in pattini; e vorrei poter entrare senza problemi nei negozi (invece di stare sulla porta o sentirmi costretta a chiedere se posso entrare…). Mi piacerebbe vedere le piste di pattinaggio dei parchetti, adesso usate principalmente dai bambini per giocare a calcio o a basket, piene di bimbi/e e ragazzi/e con i pattini, che magari proprio con i pattini giocano a calcio o a basket.
<br />
<br />Piacerebbe anche a noi.</span></span><span style="font-style: italic;font-size:100%;" ><span style="font-family:verdana;">
<br /></span></span><span style="font-size:100%;"><span style="font-family:verdana;">
<br />Ringraziamo i nostri interlocutori, e vi invitiamo all’approfondimento seguendo i link ai loro siti web:
<br /></span></span></span><ul><li><span style="font-size:100%;"><span style="font-size:85%;"><span style="font-family:verdana;">Carlo e Silvia (PPUG) <a href="http://www.pattininews.it/">www.pattininews.it </a>
<br /></span></span></span></li><li><span style="font-size:100%;"><span style="font-size:85%;"><span style="font-family:verdana;">Paolo (Modena) <a href="http://www.rollermo.it/">www.rollermo.it </a>
<br /></span></span></span></li><li><span style="font-size:100%;"><span style="font-size:85%;"><span style="font-family:verdana;">Nelly (Verona) <a href="http://www.pattinatorivr.it/">www.pattinatorivr.it</a>.</span></span></span></li></ul><span style="font-size:100%;"><span style="font-style: italic;font-size:85%;" ><span style="font-family:verdana;">
<br /></span> </span> <span style="font-size:100%;"><span style="font-size:85%;"><span style="font-style: italic;font-family:verdana;" > </span></span></span></span><span style=";font-family:Verdana;font-size:10;" ></span>pavo67http://www.blogger.com/profile/07759405654271791981noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6189982262701240337.post-65609155249173059522009-10-14T10:10:00.005+02:002009-10-14T10:22:32.816+02:00Via dalla scuola pubblica l’ora di religione<span style=";font-family:verdana;font-size:100%;" ><span style="font-style: italic;">Un nuovo, interessante </span><a style="font-style: italic;" href="http://www.confronti.net/EDITORIALI/via-dalla-scuola-pubblica-lora-di-religione">contributo sulla tanto contestata ora di religione</a><span style="font-style: italic;">. Tratto dalla rivista </span><a style="font-style: italic;" href="http://www.confronti.net/">confronti</a><span style="font-style: italic;">, una pubblicazione mensile di “fede, politica e vita quotidiana” ma al tempo stesso un centro culturale impegnato sui temi del dialogo tra le fedi e le culture, del pluralismo e dell’educazione alla pace.<br /></span><br /></span><p style="font-family:verdana;"><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqOux8Dlp6-SZ2CgFj-oO3V4QB-ETFA6Cc2ReNsmgVvGQWM0Mqd2j5XbglDk90f3mW61htyfe5SEScTvfL4O8HpoAaIrXmY4g20b91cTZKiGMFvUt08BeniTghAlwerMEwwtl2KAzXWCXM/s1600-h/EcoleLibre.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 400px; height: 342px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqOux8Dlp6-SZ2CgFj-oO3V4QB-ETFA6Cc2ReNsmgVvGQWM0Mqd2j5XbglDk90f3mW61htyfe5SEScTvfL4O8HpoAaIrXmY4g20b91cTZKiGMFvUt08BeniTghAlwerMEwwtl2KAzXWCXM/s400/EcoleLibre.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5392366743197843426" border="0" /></a></p><p style="font-family:verdana;"><span style="font-size:100%;"><em><br /></em></span></p><p style="font-family:verdana;"><span style="font-size:100%;"><em>Appare chiaro che la Chiesa cattolica non è disposta a nessuna mediazione sull’ora di religione e le forze politiche non hanno nessuna intenzione di «disobbedire».</em></span></p> <p style="font-family:verdana;"><span style="font-size:100%;"><br /></span></p><p style="font-family:verdana;"><span style="font-size:100%;">Continuano a susseguirsi le polemiche sulla laicità della scuola italiana, frutto delle insuperabili contraddizioni che contraddistinguono il sistema dell’insegnamento della religione cattolica nella scuola pubblica. Lo scorso 17 luglio una nuova pronuncia del Tar del Lazio ha accolto due ricorsi, presentati da studenti e studentesse con numerose associazioni laiche e confessioni religiose non cattoliche, che erano stati proposti per l’annullamento di ordinanze ministeriali emanate dall’allora ministro dell’Istruzione Fioroni per gli esami di Stato del 2007 e 2008, che prevedevano la valutazione della frequenza all’insegnamento della religione cattolica ai fini della determinazione del credito scolastico e la partecipazione «a pieno titolo» agli scrutini degli insegnanti di religione. Il Tar del Lazio ha tra l’altro affermato, richiamandosi al principio della laicità dello Stato più volte ribadito dalla Corte costituzionale, che «in una società democratica al cui interno convivono differenti credenze religiose, certamente può essere considerata una violazione del principio del pluralismo il collegamento dell’insegnamento della religione con consistenti vantaggi sul piano del profitto scolastico e quindi con un’implicita promessa di vantaggi didattici, professionali ed in definitiva materiali». Contro la sentenza si sono levate le critiche non solo di fonti cattoliche e vaticane ma anche di esponenti dell’attuale governo italiano e di quasi tutte le forze politiche, desiderose di accaparrarsi i titoli di difensori del cattolicesimo in Italia. Tanto che, proprio in barba alla sentenza del Tar, il 19 agosto 2009 è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il Regolamento per la valutazione degli alunni con il quale l’attuale ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, ha riconfermato che in sede di scrutinio finale per l’attribuzione del punteggio per il credito scolastico partecipano anche gli insegnanti di religione cattolica, limitatamente agli alunni che si avvalgono di questo insegnamento. Proprio ciò che il Tar del Lazio ha dichiarato discriminatorio nei confronti degli alunni che non si avvalgono dell’insegnamento della religione cattolica e quindi illegittimo.</span></p> <p style="font-family:verdana;"><span style="font-size:100%;"><br /></span></p><p style="font-family:verdana;"><span style="font-size:100%;">Ma non basta. Con un tempismo che non può non suscitare forti perplessità, visto il clima di ricerca di merci di scambio con cui il governo di centrodestra vuol rassicurare il Vaticano del suo appoggio, ai primi di settembre, in concomitanza con l’inizio dell’anno scolastico, è stata diffusa una lettera datata 5 maggio 2009 della Congregazione per l’Educazione cattolica, a firma del cardinale prefetto Zenon Grocholewski e indirizzata ai presidenti delle Conferenze episcopali di tutto il mondo, riguardante «l’insegnamento della religione nella scuola». Da dove trarrebbero origine le direttive contenute in questa circolare? Dalla constatazione, vi si legge, che «la natura e il ruolo dell’insegnamento della religione nella scuola è divenuto oggetto di dibattito e in alcuni casi di nuove regolamentazioni civili, che tendono a sostituirlo con un insegnamento del fatto religioso di natura multiconfessionale o di etica e cultura religiosa, anche in contrasto con le scelte e l’indirizzo educativo che i genitori e la Chiesa intendono dare alla formazione delle nuove generazioni». E questo dovrebbe allarmare i vescovi perché «si potrebbe creare confusione o generare relativismo o indifferentismo religioso se l’insegnamento della religione fosse limitato ad un’esposizione delle diverse religioni, in un modo comparativo e “neutro”». Niente di tutto ciò, si ricorda ai vescovi, che invece dovrebbero adoperarsi perché, in particolare nei paesi a maggioranza cattolica, l’insegnamento della religione sia limitato esclusivamente proprio all’insegnamento della dottrina cattolica.</span></p> <p style="font-family:verdana;"><span style="font-size:100%;"><br /></span></p><p style="font-family:verdana;"><span style="font-size:100%;">A prescindere da ogni altra valutazione sui contenuti di questa lettera circolare una cosa appare evidente, e crediamo che questo sia in realtà il messaggio lanciato ai nostri politici: <span style="font-weight: bold;">la Chiesa cattolica non è disposta a nessuna mediazione sull’ora di religione e qualunque proposta di affiancarla o sostituirla con un’ora di insegnamento del fattore religioso è considerata inaccettabile</span>. E sembra che il messaggio, anche se non ci pare ce ne fosse bisogno, sia stato recepito. In effetti <span style="font-weight: bold;">il presidente del Consiglio e il suo ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini</span>, proprio con il Regolamento prima ricordato, <span style="font-weight: bold;">si sono affrettati a rassicurare le gerarchie cattoliche</span> sul fatto che <span style="font-weight: bold;">l’ora di religione cattolica in Italia non si tocca. </span>Anzi, lo Stato italiano continuerà ubbidientemente ad essere uno <span style="font-weight: bold;">Stato catechista</span>; continuerà ad imporre nelle sue scuole pubbliche l’insegnamento di una sola e specifica religione, quella cattolica; continuerà a <span style="font-weight: bold;">far svolgere questo insegnamento da persone scelte dall’autorità ecclesiastica</span>; cercherà di garantire a questo insegnamento la <span style="font-weight: bold;">stessa autorevolezza</span> delle altre discipline scolastiche e la <span style="font-weight: bold;">stessa importanza</span> dei suoi crediti in spregio a qualunque principio di laicità dello Stato o di qualunque sentenza di un Tar o di qualunque organo di giustizia.</span></p> <p style="font-family:verdana;"><span style="font-size:100%;"><br /></span></p><p face="verdana"><span style="font-size:100%;">Ed è per questo che almeno su una cosa siamo d’accordo: <span style="font-weight: bold;">non vi può essere nessuna mediazione sull’ora di religione</span>. Ma per un motivo diametralmente opposto. Se si vuole finalmente dare piena realizzazione ad uno Stato pluralista, laico e democratico, che vuole essere fedele alla sua ispirazione costituzionale, <span style="font-weight: bold;">non è più possibile far svolgere all’apparato pubblico scolastico italiano il compito di provvedere, cosa che non gli compete, ad un insegnamento religioso che costituisce interesse magisteriale e pastorale della Chiesa cattolica. Non vi è perciò altra strada da seguire che cancellare l’Insegnamento della religione cattolica di derivazione concordataria dalla scuola pubblica italiana.</span></span></p> <p style="font-family: verdana;"><span style="font-size:100%;"><em><br /></em></span></p><p style="font-family: verdana;"><span style="font-size:100%;"><em>Antonio Delrio</em></span></p>pavo67http://www.blogger.com/profile/07759405654271791981noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6189982262701240337.post-70071517352053752032009-10-12T10:01:00.008+02:002009-10-13T22:45:12.741+02:00In difesa del popolo sovrano<span style="font-style: italic;font-family:verdana;" >Vi propongo un'interessante riflessione di <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Enrico_Peyretti">Enrico Peyretti</a>, un intellettuale italiano impegnato nel movimento per la nonviolenza e la pace. Buona lettura.</span><br /><br /><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLXmwr6U7IlAcUD4ifrNngoX1lG7A8lqEYROH-3GijuFxo46XTymfrjUiIPb4vp1Sswaa3MxAkBzM9_rgoOg440MNj3xL-Nb0y-Xtjov4T4RsM30jgtcoZ9H9w7AjtceX0OPckcgt4XSzn/s1600-h/Legge.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 400px; height: 300px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLXmwr6U7IlAcUD4ifrNngoX1lG7A8lqEYROH-3GijuFxo46XTymfrjUiIPb4vp1Sswaa3MxAkBzM9_rgoOg440MNj3xL-Nb0y-Xtjov4T4RsM30jgtcoZ9H9w7AjtceX0OPckcgt4XSzn/s400/Legge.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5392186627013393282" border="0" /></a><br /><span style="font-size:100%;"><span style="font-style: italic;font-family:verdana;" >Dopo la condanna costituzionale del “lodo Alfano” e il conflitto istituzionale che ne è sciaguratamente seguito, andiamo alle radici della questione.</span> </span><span style="font-family:verdana;"><span style="font-size:100%;"><br /></span><br />«La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione» (art. 1 Costituzione italiana). <span style="font-weight: bold;">Neppure la sovranità popolare è assoluta, né assoluta è la volontà del popolo sovrano</span>: deve essere esercitata entro i limiti dati e nelle forme stabilite dalla Costituzione. Nessuna forza sociale è sciolta dalla legge. Anche la forza del numero degli elettori è soggetta alla legge. </span><span style="font-family:verdana;">La coscienza personale, anche di uno solo, può sentire intimamente il dovere di disobbedire una legge che sente ingiusta (obiezione di coscienza), ma nello stesso tempo la obbedisce con l’accettare le conseguenze della propria disobbedienza civile (al contrario della disobbedienza occulta), e così preme lealmente per modificarla. La volontà anche della massima parte del popolo, non può violare i limiti costituzionali e i valori umani e civili ivi individuati.</span><br /><span style="font-family:verdana;"><br />Tanto meno è al di sopra delle legge chi viene eletto, pur legittimamente, all’elettorato. <span style="font-weight: bold;">È falso dire che egli è un «primus super pares»</span>, come dice un dipendente politico di Berlusconi. Addirittura, se si pensa moralmente e democraticamente un “<span style="font-style: italic;">in-carico</span>” politico come un servizio al bene comune, ogni eletto è, in certo modo, «sotto», e non sopra i suoi concittadini, perché è “caricato” del dovere di servirli. Così ha sempre sentito la migliore etica politica.</span><br /><span style="font-family:verdana;"><br />Legiferare, fare onestamente le leggi che obbligano tutti, non è mai un semplice atto di forza, neppure della forza del numero, ma deve avvenire secondo le «regole per fare le regole», cioè nel pieno rispetto formale e sostanziale delle regole costituzionali. Il numero non muta le regole, se non secondo le regole stesse.</span> <span style="font-family:verdana;"><span style="font-weight: bold;"><br /><br />Il consenso popolare</span>, oltre che libero da forzature, deve essere anche «<span style="font-style: italic;">consenso informato</span>», cioè fornito di conoscenze per valutare qualità e scopi dei candidati a governare e l’azione dei governanti. <span style="font-weight: bold;">Occorre anche che il libero dibattito pubblico protegga il popolo dal fascino che un uomo ricco e fortunato può suscitare sugli animi più deboli, o resi tali da influenze condizionanti sull’immaginazione pubblica</span>. È questo precisamente il caso della fortuna politica di Berlusconi in Italia, </span><span style="font-family:verdana;">fabbricata prima con la bassezza diseducativa e la depressione morale delle televisioni commerciali, e poi mietuta col consenso politico relativo.</span><br /><br /><span style="font-family:verdana;"><span style="font-weight: bold;">Il linguaggio e le arti della pubblicità commerciale</span> – che è stata bene definita «il fascismo del nostro tempo» - trasferite nella politica, distruggono la libertà civica, perché, per loro natura e finalità, intendono aggirare la soglia critica delle persone e indurre a comportamenti realmente imposti, e non decisi liberamente. Se questa è disonestà nel commercio, <span style="font-weight: bold;">in politica è delitto</span>. Tutto il contrario di un </span> <span style="font-family:verdana;">“popolo della libertà”!</span> <span style="font-family:verdana;"><br /><br />Poiché la ricchezza, con la sua potenza sugli altri, è soltanto un potere di fatto, e non un potere legale, deve essere soggetta, con particolare sorveglianza e oculatezza, alle regole di giustizia. <span style="font-weight: bold;">Il ricco deve essere più, e non meno dei comuni cittadini, sorvegliato e controllato sulla legalità dei suoi atti</span>. Se, nella gestione dei suoi beni, un ricco avesse commesso scorrettezze o reati, dovrebbe essere punito semmai più prontamente e severamente, e non meno dei comuni cittadini, nel caso che al potere della ricchezza abbia cumulato un potere politico. Questo è, evidentemente, il caso di Berlusconi, che invece ha approfittato del potere politico per sottrarsi al controllo della giustizia. Egli ha sempre accusato preventivamente i giudici, tutti i giudici che hanno avuto in mano cause sue, per delegittimarne in anticipo il giudizio, o impedirne l’esercizio. Chi agisce così corrompe alla radice lo spirito pubblico, si fa corruttore del popolo sovrano, mina la legalità e la convivenza pacifica, semina servilismo, odio e violenza. Ciò crea nell’uomo della strada ragionevole - se ancora è libero di ragionare - ogni sospetto sulla cattiva coscienza di chi si sottrae in questo modo al giudizio, e suscita nei meno onesti la voglia </span><span style="font-family:verdana;">di imitare l’astuzia e la frode dell’uomo forte, oppure di reagire per vie di fatto, invece che con le regole della politica democratica.</span><br /><br /><span style="font-family:verdana;">Proprio in antitesi al potere della ricchezza, comunque raccolta, la prima parte dell’art. 1 definisce l’Italia una «repubblica democratica, fondata sul lavoro». Fondata, cioè, sul contributo di ognuno al bene comune. <span style="font-weight: bold;">Chi ha più beni non ha più diritti, e semmai ha più doveri</span>. <span style="font-weight: bold;">Chi ha beni insufficienti</span>, che limitano di fatto la sua libertà ed eguaglianza con gli altri cittadini, e impediscono il pieno sviluppo della sua persona e la sua partecipazione effettiva alla vita del Paese, <span style="font-weight: bold;">ha uno speciale diritto – che il ricco non ha – a che la Repubblica operi con la politica a rimuovere quegli ostacoli</span> (così dispone il grande art. 3, la “super-norma” della nostra esemplare Costituzione).</span> <span style="font-family:verdana;"><br /><br />L’azione politica, nella Repubblica democratica, ha il compito di realizzare l’uguale dignità e libertà di tutti, nella giustizia sociale, e assolutamente non ha da sancire la disuguaglianza di fortuna.</span><br /><br /><span style="font-family:verdana;"><span style="font-weight: bold;">Il comportamento politico di Berlusconi</span>, fino alle vicende di questi giorni, lo lascia per ora formalmente inamovibile, ma <span style="font-weight: bold;">lo priva ulteriormente di rispettabilità politica</span>, in quanto eversore morale dell’etica necessaria nella “polis” umana e civile.</span> <span style="font-style: italic;font-family:verdana;" ><br /><br />Enrico Peyretti<br /><br /></span>pavo67http://www.blogger.com/profile/07759405654271791981noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6189982262701240337.post-74071791981062471512009-09-29T00:33:00.005+02:002009-09-29T00:48:01.765+02:00Umberto Dei: non corre, va lontano<span style="font-size:100%;"><span style="font-style: italic;font-size:85%;" ><span style="font-family:verdana;">
<br />Recensione di <span style="font-weight: bold;">Luciano LORINI</span></span> <span style="font-family:verdana;">
<br />da </span><a style="font-family: verdana;" href="http://www.amicidellabicicletta.it/spip/spip.php?article782">Ruotalibera</a><span style="font-family:verdana;"> (Anno XXV Num. 5 - 113 - Settembre/Ottobre 2009)</span> </span> <span style="font-size:100%;"><span style="font-size:85%;"><span style="font-style: italic;font-family:verdana;" >
<br />
<br />Nel romanzo di Michele Marziani “Umberto Dei - Biografia non autorizzata di una bicicletta” la premiata fabbrica di biciclette del titolo, già simbolo di un’epoca e pezzo importante della storia industriale di un'Italia produttiva che forse non è più, assurge a pretesto per raccontare, al di là del marchio e del nome, l'origine di un mito e il concetto stesso di una rivoluzione.
<br /></span></span></span></span>
<br />
<br /><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjoCYBFukTZ-hQXqFLMRa4NoZtwL5_jXSAJHGstOPQNIz_Jqh2hiVC-rMjlOwq1DaOTtVcyduGcxbQIccjRRaplUP9JknEJPqUUL8eHbG3lJOJuNM7-L9lFHxyUxfb5Kur9qB3OtFCs6qwB/s1600-h/RL-113+-+Immagine+1+%28UmbertoDei+Copertina%29.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 247px; height: 400px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjoCYBFukTZ-hQXqFLMRa4NoZtwL5_jXSAJHGstOPQNIz_Jqh2hiVC-rMjlOwq1DaOTtVcyduGcxbQIccjRRaplUP9JknEJPqUUL8eHbG3lJOJuNM7-L9lFHxyUxfb5Kur9qB3OtFCs6qwB/s400/RL-113+-+Immagine+1+%28UmbertoDei+Copertina%29.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5386651775291894018" border="0" /></a><span style="font-size:100%;"><span style="font-size:100%;"><blockquote><meta equiv="Content-Type" content="text/html; charset=utf-8"><meta name="ProgId" content="Word.Document"><meta name="Generator" content="Microsoft Word 11"><meta name="Originator" content="Microsoft Word 11"><link rel="File-List" href="file:///C:%5CDOCUME%7E1%5CLuciano%5CIMPOST%7E1%5CTemp%5Cmsohtml1%5C01%5Cclip_filelist.xml"><!--[if gte mso 9]><xml> <w:worddocument> <w:view>Normal</w:View> <w:zoom>0</w:Zoom> <w:hyphenationzone>14</w:HyphenationZone> <w:punctuationkerning/> <w:validateagainstschemas/> <w:saveifxmlinvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid> <w:ignoremixedcontent>false</w:IgnoreMixedContent> <w:alwaysshowplaceholdertext>false</w:AlwaysShowPlaceholderText> <w:compatibility> <w:breakwrappedtables/> <w:snaptogridincell/> <w:wraptextwithpunct/> <w:useasianbreakrules/> <w:dontgrowautofit/> </w:Compatibility> <w:browserlevel>MicrosoftInternetExplorer4</w:BrowserLevel> </w:WordDocument> </xml><![endif]--><!--[if gte mso 9]><xml> <w:latentstyles deflockedstate="false" latentstylecount="156"> </w:LatentStyles> </xml><![endif]--><style> <!-- /* Font Definitions */ @font-face {font-family:Verdana; 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<br /></span></p><p style="font-family: verdana;font-family:verdana;" class="MsoNormal"><span style="font-size:85%;">E’ davvero molto facile entrare in sintonia con Arnaldo Scura</span><span style="font-size:85%;">, soggetto narrante del romanzo. Mezza età, una professione da agente finanziario forse un </span><span style="font-size:85%;">po’ stretta per delle idee troppo liberali, passione innata, quasi dovuta per obblighi di </span><span style="font-size:85%;">terra e di famiglia, per le due ruote. Milanese atipico per il fatto stesso di andare in bici, un m</span><span style="font-size:85%;">attino, all’improvviso, rimane “folgorato” lungo il </span><span style="font-size:85%;">Naviglio della Martesana. Sentendo di dover dare una svolta decisiva alla sua vita, si licenzia dal suo prestigioso impiego</span><span style="font-size:85%;"> e si radica in una nuova esistenza, scoprendo la sua vera vocazione di meccanico e restauratore di biciclette. “Chiunqu</span><span style="font-size:85%;">e può fare il mio mestiere - sentenzia - il problema è trovarne il tempo. Per questo io esisto”. Verissimo. E così nella </span><span style="font-size:85%;">bottega/officina sul Naviglio (“una bottega di frontiera, un po' <i>una boutique</i>, un po' <i>la mutua </i>della bicicletta...”) si incrociano</span><span style="font-size:85%;"> storie, amori, ricordi, popoli e filosofie. L’intera umanità attraversa per campioni </span><span style="font-size:85%;">significativi questo microcosmo di ingranaggi, grasso e sudore. Vite diverse, distanti, accomunate</span><span style="font-size:85%;"> solo dal mezzo ciclabile. Per passione o per forza (in ri</span><span style="font-size:85%;">ferimento a quelli per cui “anche il biglietto del metrò è troppo caro”) tutti passano di qua, prima o poi. E lui, con umiltà schiva ce </span><span style="font-size:85%;">li descrive, ce ne racconta l’anima. Tipizzando, ma allo stesso tempo rifuggendo da facili generalizzazioni. E’ una </span><span style="font-size:85%;">bella persona, Arnaldo, sebbene incupito dalla vita e dal dolore. Capace di grandi slanci, </span><span style="font-size:85%;">come quando accoglie alle sue dipendenze il giovane Nas, esule afgano e studente al Politecnico, e impara col tempo ad </span><span style="font-size:85%;">amarlo come un figlio. </span><span style="font-size:85%;">Sarà proprio questo amore che lo porterà lontano, in un viaggio alla scoperta delle sue radici, </span><span style="font-size:85%;">in un cammino alla ricerca della serenità perduta. <o:p></o:p></span></p> <p style="font-family: verdana;font-family:verdana;" class="MsoNormal"><span style="font-size:85%;"><o:p> </o:p></span></p> <p style="font-family: verdana;font-family:verdana;" class="MsoNormal"><span style="font-size:85%;">
<br /></span></p><p style="font-family: verdana;font-family:verdana;" class="MsoNormal"><span style="font-size:85%;">Sembra quasi di stare fuori </span><span style="font-size:85%;">dal tempo, in una dimensione sospesa, e invece siamo proprio a Milano, nel nostro secolo, </span><span style="font-size:85%;">nella frenesia dei ritmi che purtroppo ben conosciamo. Bastano poche frasi qua e là a ricor</span><span style="font-size:85%;">darcelo... ma la vita al numero cinque di via Tofane sembra non accorgersene, comunque </span><span style="font-size:85%;">legata a schemi altri, più distesi. Procedendo nella lettura, si avverte crescente il desiderio di ricercare il piacere di questo invidiabile</span><span style="font-size:85%;"> “andamento” anche nella nostra vita, si sente l'impulso a credere che sia, oltre che auspicabile, p</span><span style="font-size:85%;">ossibile. <o:p></o:p></span></p> <p style="font-family: verdana;font-family:verdana;" class="MsoNormal"><span style="font-size:85%;"><o:p> </o:p></span></p> <p style="font-family: verdana;font-family:verdana;" class="MsoNormal"><span style="font-size:85%;">
<br /></span></p><p style="font-family: verdana;font-family:verdana;" class="MsoNormal"><span style="font-size:85%;">Il romanzo, ricco di spunti anche divertenti, di citazioni e gustose </span><span style="font-size:85%;">disquisizioni “tecniche”, è pure condito da un certo grado di suspence. In alcuni punti forse</span><span style="font-size:85%;"> perde un po' di tensione, ma è una manchevolezza che non si avverte, tanto si è affascinati dalla </span><span style="font-size:85%;">narrazione sempre scorrevole, fresca, sottile e ironica, dove pensieri e dialoghi si alternano in un tessuto ininterrotto originale,</span><span style="font-size:100%;"><span style="font-size:85%;"> piacevole, avvincente. </span>
<br /></span></p><p style="font-family: verdana;font-family:verdana;" class="MsoNormal"><span style="font-size:100%;">
<br /></span></p><p style="font-family: verdana;font-family:verdana;" class="MsoNormal">
<br /></p><p style="font-family: verdana;font-family:verdana;" class="MsoNormal"><span style="font-size:100%;"><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3aiV3s0EjBBYDWIbCcbxkMBvZ4iNcT2QHOY4r834HsX5HzfItsmhxr8Uh4RBmU_aQhVZ_t6q_5j544EoQOoXxS3X5rOnNR9LatbTg85MYjjbgkorew_WHEZYFhtLAZApNG_edJtXT588K/s1600-h/RL-113+-+Immagine+3+%28UmbertoDei+Dettaglio%29.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 300px; height: 400px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3aiV3s0EjBBYDWIbCcbxkMBvZ4iNcT2QHOY4r834HsX5HzfItsmhxr8Uh4RBmU_aQhVZ_t6q_5j544EoQOoXxS3X5rOnNR9LatbTg85MYjjbgkorew_WHEZYFhtLAZApNG_edJtXT588K/s400/RL-113+-+Immagine+3+%28UmbertoDei+Dettaglio%29.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5386651786643830866" border="0" /></a></span><span style="font-size:100%;"><blockquote><span style="font-size:85%;">La sella Brooks e la borsa attrezzi della Umberto Dei
<br /></span></blockquote><span style="font-size:85%;">
<br /></span></span></p><p style="font-family: verdana;font-family:verdana;" class="MsoNormal"><span style="font-size:85%;">Davvero una lettura appagante, un libro consigliato, non solo agli AdB più convinti, ma a tutti gli amanti della buona scrittura. <o:p></o:p></span></p> <p style="font-family: verdana;" face="verdana" class="MsoNormal"><span style="font-size:85%;"><o:p> </o:p></span></p> <p style="font-family: verdana;" class="MsoNormal"><span style="font-size:85%;">
<br /></span></p><p class="MsoNormal" style="font-family:verdana;"><span style="font-size:100%;">
<br /></span></p>pavo67http://www.blogger.com/profile/07759405654271791981noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6189982262701240337.post-18304642059320664432009-09-03T01:59:00.010+02:002009-09-03T02:27:01.702+02:00Aggiungere vita ai giorni<meta equiv="Content-Type" content="text/html; charset=utf-8"><meta name="ProgId" content="Word.Document"><meta name="Generator" content="Microsoft Word 11"><meta name="Originator" content="Microsoft Word 11"><link rel="File-List" href="file:///C:%5CDOCUME%7E1%5CLuciano%5CIMPOST%7E1%5CTemp%5Cmsohtml1%5C01%5Cclip_filelist.xml"><o:smarttagtype namespaceuri="urn:schemas-microsoft-com:office:smarttags" name="PersonName"></o:smarttagtype><!--[if gte mso 9]><xml> <w:worddocument> <w:view>Normal</w:View> <w:zoom>0</w:Zoom> <w:hyphenationzone>14</w:HyphenationZone> <w:punctuationkerning/> <w:validateagainstschemas/> <w:saveifxmlinvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid> <w:ignoremixedcontent>false</w:IgnoreMixedContent> <w:alwaysshowplaceholdertext>false</w:AlwaysShowPlaceholderText> <w:compatibility> <w:breakwrappedtables/> <w:snaptogridincell/> <w:wraptextwithpunct/> <w:useasianbreakrules/> <w:dontgrowautofit/> </w:Compatibility> <w:browserlevel>MicrosoftInternetExplorer4</w:BrowserLevel> </w:WordDocument> </xml><![endif]--><!--[if gte mso 9]><xml> <w:latentstyles deflockedstate="false" latentstylecount="156"> </w:LatentStyles> </xml><![endif]--><!--[if !mso]><object classid="clsid:38481807-CA0E-42D2-BF39-B33AF135CC4D" id="ieooui"></object> <style> st1\:*{behavior:url(#ieooui) } </style> <![endif]--><style> <!-- /* Style Definitions */ p.MsoNormal, li.MsoNormal, div.MsoNormal {mso-style-parent:""; margin:0cm; margin-bottom:.0001pt; mso-pagination:widow-orphan; font-size:12.0pt; font-family:"Times New Roman"; mso-fareast-font-family:"Times New Roman";} @page Section1 {size:612.0pt 792.0pt; margin:70.85pt 2.0cm 2.0cm 2.0cm; mso-header-margin:36.0pt; mso-footer-margin:36.0pt; mso-paper-source:0;} div.Section1 {page:Section1;} --> </style><!--[if gte mso 10]> <style> /* Style Definitions */ table.MsoNormalTable {mso-style-name:"Tabella normale"; mso-tstyle-rowband-size:0; mso-tstyle-colband-size:0; mso-style-noshow:yes; mso-style-parent:""; mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt; mso-para-margin:0cm; mso-para-margin-bottom:.0001pt; mso-pagination:widow-orphan; font-size:10.0pt; font-family:"Times New Roman"; mso-ansi-language:#0400; mso-fareast-language:#0400; mso-bidi-language:#0400;} </style> <![endif]--> <div style="font-style: italic;" dir="ltr" align="left"><span style=";font-family:Verdana;font-size:85%;" ><span class="791083513-02092009">Non so quanti di voi lettori siano iscritti al Sindacato e se sì, a quale sigla.
<br />Non mi interessa, non è importante per me saperlo, anche se ritengo importantissimo, oggi più che mai, il farne parte. Questo pomeriggio ho ricevuto dalla Segreteria Provinciale della FISAC-CGIL (la federazione di categoria di bancari e assicurativi) il documento che riporto qui sotto. Mi ha quasi commosso per la forza e il coraggio che esprime in questi momenti di difficoltà. E mi rende </span><span class="670333213-02092009">orgoglioso della mia iscrizione alla CGIL, fiero di far parte di un Sindacato che esprime con tanta chiarezza i valori in cui credo.
<br />
<br /></span></span></div><div style="font-style: italic;" dir="ltr" align="left"><span style=";font-family:Verdana;font-size:85%;" ><span class="670333213-02092009"><span class="791083513-02092009">Questo documento, del quale vi invito alla lettura, merita di essere salvato, pubblicato, diffuso. </span></span></span></div> <div style="font-style: italic;" dir="ltr" align="left"><span style=";font-family:Verdana;font-size:85%;" ><span class="670333213-02092009">
<br />Bravi gli stesori della nota, <span class="791083513-02092009">che </span>approvo e condivido in pieno. </span></span></div><div dir="ltr" align="left"><span style="font-style: italic;font-family:Verdana;" ><span style="font-size:85%;"><span class="670333213-02092009">Pace e buona vita.
<br /></span></span></span><meta equiv="Content-Type" content="text/html; charset=utf-8"><meta name="ProgId" content="Word.Document"><meta name="Generator" content="Microsoft Word 11"><meta name="Originator" content="Microsoft Word 11"><link style="font-style: italic;" rel="File-List" href="file:///C:%5CDOCUME%7E1%5CLuciano%5CIMPOST%7E1%5CTemp%5Cmsohtml1%5C01%5Cclip_filelist.xml"><link style="font-style: italic;" rel="Edit-Time-Data" href="file:///C:%5CDOCUME%7E1%5CLuciano%5CIMPOST%7E1%5CTemp%5Cmsohtml1%5C01%5Cclip_editdata.mso"><!--[if !mso]> <style> v\:* {behavior:url(#default#VML);} o\:* {behavior:url(#default#VML);} w\:* {behavior:url(#default#VML);} .shape {behavior:url(#default#VML);} </style> <![endif]--><!--[if gte mso 9]><xml> <w:worddocument> <w:view>Normal</w:View> <w:zoom>0</w:Zoom> <w:hyphenationzone>14</w:HyphenationZone> <w:punctuationkerning/> <w:validateagainstschemas/> <w:saveifxmlinvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid> <w:ignoremixedcontent>false</w:IgnoreMixedContent> <w:alwaysshowplaceholdertext>false</w:AlwaysShowPlaceholderText> <w:compatibility> <w:breakwrappedtables/> <w:snaptogridincell/> <w:wraptextwithpunct/> <w:useasianbreakrules/> <w:dontgrowautofit/> </w:Compatibility> <w:browserlevel>MicrosoftInternetExplorer4</w:BrowserLevel> </w:WordDocument> </xml><![endif]--><!--[if gte mso 9]><xml> <w:latentstyles deflockedstate="false" latentstylecount="156"> </w:LatentStyles> </xml><![endif]--><style> <!-- /* Font Definitions */ @font-face {font-family:"Antique Olive"; panose-1:0 0 0 0 0 0 0 0 0 0; mso-font-charset:0; mso-generic-font-family:swiss; mso-font-format:other; mso-font-pitch:variable; mso-font-signature:3 0 0 0 1 0;} /* Style Definitions */ p.MsoNormal, li.MsoNormal, div.MsoNormal {mso-style-parent:""; margin:0cm; margin-bottom:.0001pt; mso-pagination:widow-orphan; font-size:12.0pt; font-family:"Times New Roman"; mso-fareast-font-family:"Times New Roman";} @page Section1 {size:612.0pt 792.0pt; margin:70.85pt 2.0cm 2.0cm 2.0cm; mso-header-margin:36.0pt; mso-footer-margin:36.0pt; mso-paper-source:0;} div.Section1 {page:Section1;} --> </style><!--[if gte mso 10]> <style> /* Style Definitions */ table.MsoNormalTable {mso-style-name:"Tabella normale"; mso-tstyle-rowband-size:0; mso-tstyle-colband-size:0; mso-style-noshow:yes; mso-style-parent:""; mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt; mso-para-margin:0cm; mso-para-margin-bottom:.0001pt; mso-pagination:widow-orphan; font-size:10.0pt; font-family:"Times New Roman"; mso-ansi-language:#0400; mso-fareast-language:#0400; mso-bidi-language:#0400;} </style> <![endif]--><span style="font-style: italic;font-family:";font-size:12;" ><!--[if gte vml 1]><v:shapetype id="_x0000_t75" coordsize="21600,21600" spt="75" preferrelative="t" path="m@4@5l@4@11@9@11@9@5xe" filled="f" stroked="f"> <v:stroke joinstyle="miter"> <v:formulas> <v:f eqn="if lineDrawn pixelLineWidth 0"> <v:f eqn="sum @0 1 0"> <v:f eqn="sum 0 0 @1"> <v:f eqn="prod @2 1 2"> <v:f eqn="prod @3 21600 pixelWidth"> <v:f eqn="prod @3 21600 pixelHeight"> <v:f eqn="sum @0 0 1"> <v:f eqn="prod @6 1 2"> <v:f eqn="prod @7 21600 pixelWidth"> <v:f eqn="sum @8 21600 0"> <v:f eqn="prod @7 21600 pixelHeight"> <v:f eqn="sum @10 21600 0"> </v:formulas> <v:path extrusionok="f" gradientshapeok="t" connecttype="rect"> <o:lock ext="edit" aspectratio="t"> </v:shapetype><v:shape id="_x0000_i1025" type="#_x0000_t75" style="'width:57.75pt;" fillcolor="window"> <v:imagedata src="file:///C:\DOCUME~1\Luciano\IMPOST~1\Temp\msohtml1\01\clip_image001.wmz" title=""> </v:shape><![endif]--><!--[if !vml]--></span><span style=";font-family:verdana;font-size:85%;" >
<br />
<br /></span><div style="text-align: center;font-family:verdana;"><span style="font-size:130%;"><span class="670333213-02092009">In un periodo difficile come questo</span></span><span style="font-size:85%;">
<br />
<br /></span></div></div><span style=";font-family:verdana;font-size:100%;" >Strano l'anno 2009. E' l'anno della crisi, dello scoppio della tristemente nota bolla economica, della perdita di tanti posti di lavoro, dell'arricchimento dei pochi soliti noti e dell'impoverimento dei molti soliti noti.
<br />
<br />In un periodo difficile come questo ci si aspetterebbe, quanto meno, che i diritti non venissero brutalmente calpestati e che la solidarietà non venisse relegata solo alle belle parole o al giorno di Natale.
<br />
<br />In un periodo difficile come questo ci si aspetterebbe, quanto meno, che le aziende che hanno alle loro dipendenze lavoratori e lavoratrici non licenzino qualcuno solo perché “costa troppo” o perché ha alzato la testa di fronte ai soliti ricatti.
<br />
<br />In un periodo difficile come questo ci si aspetterebbe, quanto meno, che una lavoratrice incinta non venga obbligata con subdole minacce a scrivere la lettera di dimissioni; chi ha il coraggio, nonostante il futuro sia tutto meno che certo, di mettere al mondo un figlio o una figlia deve essere rispettata e portata ad esempio nei confronti di chi non ha più sogni o speranze e non perseguitata.
<br />
<br />In un periodo difficile come questo ci si aspetterebbe, quanto meno, che il detto “ divide et impera” non facesse costantemente parte delle nostre giornate.
<br />
<br />In un periodo difficile come questo ci si aspetterebbe, quanto meno, che i lavoratori e le lavoratrici fossero compatti, uniti nella difesa dei propri e degli altrui diritti. I diritti, oltre che i doveri, sono parte integrante della nostra vita e se non aiutiamo anche gli altri affinché i loro diritti vengano rispettati, non stiamo facendo nulla neppure per noi stessi. Non dovremmo mai dimenticare che gli altri alla fine non sono che i nostri figli, i nostri amici, i nostri parenti o semplicemente i nostri conoscenti e che i loro diritti sono anche i nostri.
<br />
<br />In un periodo difficile come questo ci si aspetterebbe, quanto meno, che il rispetto - nel senso più ampio del termine - nei confronti delle persone venga prima sia degli interessi privati che di quelli di mercato.
<br />
<br />Invece, in un periodo difficile come questo, l’unica cosa che conta è il dio denaro che va costantemente a braccetto con il vecchio detto “mors tua vita mea”.
<br />
<br />Per uscire a piccoli passi da questo periodo buio, dobbiamo riprendere in mano la nostra vita in tutti i suoi aspetti, partendo da quello lavorativo e dai diritti ad esso collegati, fino ad arrivare ai rapporti interpersonali.
<br />
<br />Aiutate voi stessi e gli altri a fare in modo che i datori di lavoro si comportino in modo corretto e rispettoso degli accordi sottoscritti e delle leggi vigenti.
<br />
<br />Aiutate voi stessi e gli altri a fare in modo che i familiari stessi si rispettino, sempre e comunque.
<br />
<br />Aiutate voi stessi e gli altri a denunciare le cose che non vanno, dai diritti, negati con tanta facilità, alla violenza che mai dovrebbe entrare nella vita delle persone. La violenza, tanto subdola quanto devastante. La violenza non solo fisica ma anche morale e psicologica. Avviene in tutti i luoghi che frequentiamo normalmente, partendo da quello di lavoro per arrivare alla famiglia ( indubbiamente la violenza più odiosa fra tutte).
<br />
<br />Ma, vi chiederete, cosa possiamo fare?
<br />Certe volte è sufficiente non voltarsi dall’altra parte, non far finta di non vedere o di non sentire. Non è più il momento di pensare “a me non può succedere “.
<br />
<br />Se vedete che sul lavoro i diritti vengono negati, calpestati, derisi convincete chi ha subito un torto a rivolgersi a chi può dar loro una mano. La Fisac, e la Cgil tutta, con le varie categorie e i servizi Inca, Caaf e tutela legale, sono a disposizione di ognuno di voi anche solo per una consulenza.
<br />
<br />I diritti che abbiamo non ci sono stati regalati.
<br />I diritti che abbiamo sono merito delle lotte, anche molto dure, e dei sacrifici che tante persone hanno sostenuto per migliorare il presente e il futuro di tutti.
<br />
<br />Non solo in un periodo difficile come questo, ma sempre,<span style="font-weight: bold;"> è meglio aggiungere vita ai giorni che non giorni alla vita</span>. </span><span style="font-style: italic;"><span style="font-weight: bold;"><span style="font-size:100%;">
<br />
<br /></span>
<br /></span></span><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size:11;"><span style="font-style: italic;font-family:verdana;font-size:85%;" ><span style="font-weight: bold;"></span></span><u><o:p></o:p></u></span></p> pavo67http://www.blogger.com/profile/07759405654271791981noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6189982262701240337.post-91472921426914497732009-07-16T14:40:00.013+02:002009-07-16T15:22:46.193+02:00Elisabetta Garilli - Ma che Musica, Maestra!<span style=";font-family:verdana;font-size:85%;" ><span style="font-style: italic;">Intervista raccolta da <span style="font-weight: bold;">Luciano LORINI</span><br />da </span><a style="font-style: italic; font-weight: bold;" href="http://www.veronatime.net/">VERONAtime</a><span style="font-style: italic;"> (Anno 5 Num. 45 - Maggio/Giugno 2009)</span><br /></span><br /><br /><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiyVfLXZue6sCcEdIsUyjCiF_FDcM4UDY9RKJp6MXzb6tAuOOljHnQQus5t3dxJZiIjklIukJh1aOszAl9ZnpkxBYqERzK0DgYU9HHUxMmoBUwPB-6wXr9cS3FK4MjGgXjM557JeMUTD0Sh/s1600-h/VeronaTime+2009-45+PROTAGONISTA+-+Foto1+%28EGarilli+-+Ritratto%29.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 400px; height: 300px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiyVfLXZue6sCcEdIsUyjCiF_FDcM4UDY9RKJp6MXzb6tAuOOljHnQQus5t3dxJZiIjklIukJh1aOszAl9ZnpkxBYqERzK0DgYU9HHUxMmoBUwPB-6wXr9cS3FK4MjGgXjM557JeMUTD0Sh/s400/VeronaTime+2009-45+PROTAGONISTA+-+Foto1+%28EGarilli+-+Ritratto%29.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5359038715366499506" border="0" /></a><blockquote style="font-family:verdana;"><span style="font-size:85%;">Elisabetta Garilli<br /></span></blockquote><span style="font-size:100%;"><br /></span><span style="font-size:85%;"><span style="font-style: italic;font-family:verdana;font-size:100%;" >L'esperienza didattica evidenzia l’importanza che la Musica riveste nella formazione umana. Un linguaggio potente, capace di integrare diversità, di promuovere autostima, di creare senso di appartenenza e orientare a progetti di vita. Da dieci anni i bambini veronesi che frequentano le primarie ricevono questo dono speciale, grandissimo e importante attraverso <span style="font-weight: bold;">il progetto "Disegnare Musica"</span>. </span></span><span style="font-size:85%;"> <span style="font-style: italic;font-family:verdana;font-size:100%;" ><br /><br />Ideatrice e cuore pulsante di questo progetto è Elisabetta Garilli. Parlando con lei traspare evidente un grande amore per il suo lavoro. Ciò che ha realizzato in questi anni ha un che di meraviglioso e sublime. C'è di che inorgoglirsi. Eppure il suo parlare è dolce e permeato da una grande umiltà. I suoi occhi vivaci si illuminano quando il pensiero va ai suoi bambini. Non si può fare a meno di pensare che la sua presenza e il suo operato siano una grande fortuna per i nostri piccoli e per il futuro delle giovani generazioni.</span><span style="font-size:100%;"><br /></span></span><br /><span style="font-size:85%;"><span style="font-size:100%;"><br /></span><span style="color: rgb(0, 51, 0); font-style: italic;font-family:verdana;font-size:100%;" >- 10 anni di "Disegnare Musica", l'avresti immaginato? Come hai cominciato?<br /></span> <span style=";font-family:verdana;font-size:100%;" ><br />Non avrei mai pensato. Ho iniziato lavorando con bambini molto piccoli. Un giorno una mamma mi disse: “dovresti fare questo con i bambini delle elementari”. Fu come una folgorazione. In un solo giorno, di getto, immaginai "Disegnare Musica": i fondamenti, gli obiettivi, la didattica. Per due anni lavorai da sola, poi cominciarono ad arrivare altre richieste. Da qui iniziò la collaborazione con il Conservatorio, che indisse un bando interno, selezionando nuovi professionisti. </span></span><span style="font-size:85%;"><span style=";font-family:verdana;font-size:100%;" >Realizzammo un Coordinamento e da lì alle dimensioni attuali. <span style="font-weight: bold;">Oggi non sono più io, è tutta questa "famiglia"</span> che si confronta di continuo. C'è dentro <span style="font-weight: bold;">un'anima</span>. </span> <span style="color: rgb(0, 51, 0); font-style: italic;font-family:verdana;font-size:100%;" ><br /><br />- Di cosa si tratta esattamente?<br /><br /></span><span style=";font-family:verdana;font-size:100%;" >E' un'immensa progettualità che si propone di <span style="font-weight: bold;">colmare l'assenza della Musica come materia di insegnamento nella scuola primaria</span>. Con la presenza di </span></span><span style="font-size:85%;"><span style=";font-family:verdana;font-size:100%;" >insegnanti diplomati, ci prefiggiamo di <span style="font-weight: bold;">trasmettere ai bambini</span>, tutti, senza distinzione, <span style="font-weight: bold;">la forza e l'emozione del linguaggio musicale</span>, indispensabile alla crescita e allo sviluppo armonico della persona. L'approccio utilizza percorsi di Musica d'Insieme, Musica e Narrazione, Musica e Intercultura, Musica e Interdisciplinarietà. <span style="font-weight: bold;">L'obiettivo non è creare delle classi di musicisti</span>. E' dare al bambino ciò che secondo noi è <span style="font-weight: bold;">un diritto</span>. Penso che chi nella vita è chiamato ad essere musicista lo diventerà, se avrà a fianco a sè delle persone che gli daranno humus per questo. Però qualsiasi bambino che riceve questo dono dall'infanzia, ha già un seme di luce dentro di sè. C'è già un gusto in bocca, non deve andarlo a </span></span><span style="font-size:85%;"><span style=";font-family:verdana;font-size:100%;" >ricercare, lo ha proprio. Nel momento in cui ha conosciuto quel gusto, non se lo dimentica, gli ritorna. Poi magari potrà dire "non mi interessa più", però l'ha ricevuto, ha nutrito qualcosa di sè. Io ci credo profondamente.</span><span style="font-size:100%;"><br /><br /></span><span style="color: rgb(0, 51, 0); font-style: italic;font-family:verdana;font-size:100%;" >- Parliamo dei collaboratori. Quanti siete? E' passione condivisa o sbocco professionale? Come garantisci e controlli la qualità dell'offerta?<br /></span></span><br /><span style="font-size:85%;"><span style=";font-family:verdana;font-size:100%;" >Siamo una squadra di 18 collaboratori. Ci anima una passione comune, profonda, perchè in realtà condividiamo veramente una poetica. E' vero, innegabile dire che lo si fa anche per mangiare: è il nostro lavoro. Però se non c'è un cuore che pulsa, non ce la fai. Noi controlliamo che questo cuore ci sia, è un requisito fondamentale. Abbiamo un Coordinamento settimanale a cui tutti partecipano costantemente. Si parla di didattica, di approcci. Non ci stanchiamo mai di <span style="font-weight: bold;">ribadire il rispetto del bambino</span>. E' fondamentale, e ti evita di prendere strade sbagliate.</span> <span style="color: rgb(0, 51, 0); font-style: italic;font-family:verdana;font-size:100%;" ><br /><br /></span></span><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhU57csyr3OpqH6vZNHxN7OGkdNLPSUv2VZmpwuc1X67fQYAs5r_QTItbVlc-6tfb3gNeNWLgV48y04tjSqETgikMZAsX7cxzblOVvKqw3ufM-I12FHH6K4jvUqAEpyoddGSBuqwrguKZ2b/s1600-h/VeronaTime+2009-45+PROTAGONISTA+-+Foto4+%28EGarilli+-+IlTeam%29.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 400px; height: 266px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhU57csyr3OpqH6vZNHxN7OGkdNLPSUv2VZmpwuc1X67fQYAs5r_QTItbVlc-6tfb3gNeNWLgV48y04tjSqETgikMZAsX7cxzblOVvKqw3ufM-I12FHH6K4jvUqAEpyoddGSBuqwrguKZ2b/s400/VeronaTime+2009-45+PROTAGONISTA+-+Foto4+%28EGarilli+-+IlTeam%29.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5359047660969703026" border="0" /></a><blockquote style="font-family: verdana;"><span style="font-size:85%;">Il team di <span style="font-weight: bold;">Disegnare Musica</span><br /></span></blockquote><br /><span style="font-size:85%;"><span style="color: rgb(0, 51, 0); font-style: italic;font-family:verdana;font-size:100%;" >- Raccontaci un po' di te, delle tue esperienze, della tua formazione...<br /><br /></span><span style=";font-family:verdana;font-size:100%;" >Sono contaminata da tante cose, mai solo da un'unica direzione. E sono attratta dall'essere umano. Potrei stare ferma ore per la strada a guardare le persone e sentire che sto "suonando". Io non riesco a separare la musica da quando suono, da quando insegno, da quando osservo. Non ce l'ho mai fatta fin da piccola, non riesco a concepirla come linguaggio separato dall'essere vivente, da ogni cosa che fa. </span> <span style=";font-family:verdana;font-size:100%;" >Credo che una delle mie fortune sia stata quella di lavorare con artisti </span></span><span style="font-size:85%;"><span style=";font-family:verdana;font-size:100%;" >stranieri. Ho avuto dei grandissimi maestri e tante occasioni di ricerca con stili e dimensioni differenti. Ho la fortuna di un bagaglio di esperienze che mi hanno regalato una visione ampia sul mondo e sulla Musica.</span><span style="font-size:100%;"> </span><span style=";font-family:verdana;font-size:100%;" >Non ho una formazione specifica in ambito pedagogico. Sono formata proprio come musicista. La mia ricerca pedagogica è nata nel momento in cui ho cominciato ad insegnare. Culturalmente data dai maestri che ho incontrato, però profondamente avuta dalla pratica. Tutte le domande sono nate quando ho cominciato a fare pratica. E' una ricerca successiva che per me coincide con l'insegnamento. E se mi fermassi dall'insegnare non saprei più dare.</span></span><br /><br /><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi5ZNIwbYeSL13a8V5U-dgHJmgzrL8B1hH9s7bQyr1Ulbo2UTOMej75yUN1UE8QWTUYKq1NzdnHPEZZl_rvnp8VRonKV8cbS7_iP2bUk8rIjGfa5NxF4ZgJISVWESczbfLvJVqxhPmxQhOh/s1600-h/VeronaTime+2009-45+PROTAGONISTA+-+Foto2+%28EGarilli+-+Dirige%29.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 297px; height: 385px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi5ZNIwbYeSL13a8V5U-dgHJmgzrL8B1hH9s7bQyr1Ulbo2UTOMej75yUN1UE8QWTUYKq1NzdnHPEZZl_rvnp8VRonKV8cbS7_iP2bUk8rIjGfa5NxF4ZgJISVWESczbfLvJVqxhPmxQhOh/s400/VeronaTime+2009-45+PROTAGONISTA+-+Foto2+%28EGarilli+-+Dirige%29.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5359047052831758146" border="0" /></a><span style=";font-family:verdana;font-size:85%;" ></span><blockquote><span style=";font-family:verdana;font-size:85%;" >Elisabetta Garilli</span></blockquote><br /><span style="font-size:85%;"><span style="color: rgb(0, 51, 0); font-style: italic;font-family:verdana;font-size:100%;" >- In occasione del Maggioscuola il Progetto ogni anno presenta alla città qualcosa di nuovo. Cosa avete in programma?<br /><br /></span><span style=";font-family:verdana;font-size:100%;" >Quest'anno ci sono due percorsi differenti: “Viaggio nella notte blu” di Bimba Landmann (che sarà presente allo spettacolo, il 13 e il 14 maggio alle 14.00) rappresenta un momento molto intimo. Il capovolgimento del luogo comune del lupo cattivo, che fa della notte il luogo del</span></span><span style="font-size:85%;"><span style=";font-family:verdana;font-size:100%;" >la fantasia. “La formica e l'uovo”, invece (15 maggio alle 14.00 e alle 15.45), è una forza che si esprime attraverso l'inimmaginabile. Cerchiamo di far capire come un libro fondamentalmente non si smetta mai di vederlo. E di sentirlo, perchè un libro può essere ascoltato anche attraverso i suoni. Non solo il suono della parola, ma anche dell'immagine.<br /><br /></span></span><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLq2EfS2MxXI6okr0tehODQjJEg2pS9UnLZtYEJ_l2KF1HeKok1WKGc35At4DvTKpSN0k8yd2_p5HuHK9hANDMtuJIBUAfiPYrawRQJCK2funZiU3QsuYLXPhfDob8zSP1YWeUBzLIfdz8/s1600-h/VeronaTime+2009-45+PROTAGONISTA+-+Foto3+%28EGarilli+-+IBambini%29.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 400px; height: 300px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLq2EfS2MxXI6okr0tehODQjJEg2pS9UnLZtYEJ_l2KF1HeKok1WKGc35At4DvTKpSN0k8yd2_p5HuHK9hANDMtuJIBUAfiPYrawRQJCK2funZiU3QsuYLXPhfDob8zSP1YWeUBzLIfdz8/s400/VeronaTime+2009-45+PROTAGONISTA+-+Foto3+%28EGarilli+-+IBambini%29.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5359046163475460722" border="0" /></a><span style="font-family:verdana;"></span><blockquote><span style="font-size:85%;"><span style="font-family:verdana;">Classi di bambini al Maggioscuola con <span style="font-weight: bold;">Disegnare Musica </span></span></span></blockquote><br /><span style="font-size:85%;"><span style="color: rgb(0, 51, 0); font-style: italic;font-family:verdana;font-size:100%;" >- C'è interesse al di fuori di Verona per l'iniziativa e per la sua struttura didattica? Un orientamento un po' più in alto, magari a livello ministeriale? Un lavoro fruibile come progetto pilota per un qualcosa di più grande, che possa cambiare gli orientamenti musicali per tutti i bambini delle primarie?<br /><br /></span><span style=";font-family:verdana;font-size:100%;" >Al di fuori di Verona Disegnare Musica è conosciuto. E pure interessa. In provincia è già stato richiesto. Il problema è con quali forze esportarlo.</span><span style="font-size:100%;"> </span><span style=";font-family:verdana;font-size:100%;" >Si potrebbe trasmettere come modello applicabile. Con risorse che però bisogna andare a creare. E questo richiede uno spazio/tempo per il quale in questo momento mancano davvero le energie. Per organizzarsi, creare nuove persone che abbiano coscienza, in sintonia costruttiva. Con il Conservatorio stiamo tentando di progettare e strutturare questo modello. C'è pure un riconoscimento del lavoro che stiamo svolgendo. L'anno scorso siamo stati a Roma a presentare Disegnare Musica alla commissione per le buone pratiche musicali presieduta dall' On. Berlinguer, dietro segnalazione della Regione Veneto come uno dei migliori progetti di Didattica musicale. I riconoscimenti li abbiamo avuti e c'è sensibilità nei nostri confronti. Speriamo.</span><span style="font-size:100%;"><br /><br /></span><span style="color: rgb(0, 51, 0); font-style: italic;font-family:verdana;font-size:100%;" >- Oggi sono in molti a riconoscere al Progetto un indiscusso valore formativo, un'indispensabile pagina nella crescita di ogni bambino. In altri paesi d'Europa questo valore non è assolutamente in discussione. Da noi, invece, nonostante la premessa, si fatica sempre a trovare i fondi necessari per continuare e ogni anno la vita stessa del Progetto è rimessa in discussione. La tua idea a riguardo?<br /><br /></span> <span style="font-family:verdana;"><span style="font-size:100%;">E' difficile. Siamo <span style="font-weight: bold;">costantemente sospesi ad un filo</span>. Anche se crediamo profondamente in questa sensibilità che si è aperta. Siamo sostenuti dalla Fondazione Cariverona, dall'Accademia Filarmonica, dal Comune (Assessorato all'Istruzione), dai genitori, dalla Regione. Sentiamo che c'è una netta approvazione e condivisione. Perciò siamo sospesi, è vero, ma proiettando una <span style="font-weight: bold;">forte speranza</span>, sempre. Anche se poi questo vuol dire arrivare a settembre/ottobre senza sapere del futuro. E magari nel frattempo rinunciare a qualsiasi lavoro arrivi, in nome di questa fede. Ma tant'è; noi ci crediamo davvero.</span><br /><br /><br /></span> <span style="font-family:verdana;">_______________________________________</span> <blockquote><span style="font-style: italic; font-weight: bold;font-family:verdana;" ><br />"Chi è"</span> <span style="font-family:verdana;"><span style="font-style: italic;"><br /><br />Diplomata in pianoforte al conservatorio di Genova e in possesso della Maturità Artistica, studia pianoforte jazz con Giorgio Gaslini, voce e tecniche di improvvisazione strumentale e vocale con Bob Stoloff e Anna Bakja con cui ha collaborato nella ricerca sul suono vocale e sulla biorisonanza, ha suonato con jazzisti internazionali quali M. Waldron, R. Sellani, A. Zambrini, L. Agudo, F. D’Auria, ha collaborato quale insegnante agli Stages Internazionali di Spazio Musica, è stata ammessa al Programma per Artisti Professionisti a Roma da D. De Fazio. Da oltre dieci anni dedica la propria ricerca alla valorizzazione del ruolo della musica nei processi di apprendimento. È ideatrice e coordinatrice, quale esperta di didattica musicale applicativa, del Progetto Disegnare Musica, è autrice di racconti e musiche per bambini, di colonne sonore per cortometraggi e di spettacoli didattici realizzati all’interno di rassegne quali Maggioscuola e Mondadori Junior Festival. Tiene corsi di formazione e seminari sulle tematiche dell’apprendimento ritmico-corporeo, tattile-uditivo e del paesaggio sonoro. E' docente nella scuola internazione di danzaterapia Si.Danza e affianca Pio Campo nei progetti internazionali di ricerca e formazione che indagano i linguaggi averbali.<br /></span></span></blockquote><span style="font-family:verdana;"><br />_______________________________________</span> <span style="font-family:verdana;"><br /></span><blockquote><span style="font-weight: bold;font-family:verdana;" ><span style="font-style: italic;"><br />Let's go</span></span> <span style="font-family:verdana;"><br /><br />Gran Guardia (Maggioscuola) - 13 e 14 maggio alle 14.00 - “Viaggio nella notte blu”</span><br /><span style="font-family:verdana;">Gran Guardia (Maggioscuola) - 15 maggio alle 14.00 e alle 15.45 - “La formica e l'uovo”</span></blockquote><span style="font-family:verdana;"></span> <span style="font-family:verdana;"><br />_______________________________________</span> <span style="font-family:verdana;"><br /></span></span><blockquote><span style="font-size:85%;"><span style="font-family:verdana;"><span style="font-style: italic;"><br /><span style="font-weight: bold;">Infos<br /></span></span></span> <span style="font-family:verdana;"><br /><a href="http://www.disegnaremusica.it/">www.disegnaremusica.it </a></span> <span style="font-family:verdana;"><br /><a href="mailto:info@disegnaremusica.it">info@disegnaremusica.it</a><br /><br /><br /><br /></span> </span></blockquote>pavo67http://www.blogger.com/profile/07759405654271791981noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6189982262701240337.post-19498708616664435332009-06-08T09:56:00.004+02:002009-06-08T10:24:50.402+02:00Il prezzo della divisione [elezioni]<span style="font-size:85%;"><span style="font-style: italic;font-family:verdana;" ></span></span><span style="font-size:85%;"><span class="TEXT_testo_html" style="font-family:verdana;"><span style="font-size:85%;"><span style="font-style: italic;font-family:verdana;" >di Concita De Gregorio (direttrice de "l'Unità")<br />da <a href="http://www.lunita.it"><span style="text-decoration: underline;"><span style="font-weight: bold;">l'Unità</span></span></a></span><span style="font-style: italic;"><span style="font-family:verdana;"> (08 giugno 2009 - Editoriale "Filo rosso")</span><br /><br /></span></span></span></span><span style="font-size:85%;"><span style=";font-family:verdana;font-size:100%;" >L’Europa vira a destra e non vota. Mai un’affluenza alle urne così bassa. In Italia meglio che altrove, tuttavia: sei su dieci. Poco più della metà degli italiani. E gli altri, l’altra metà? Basta, hanno esaurito il credito. Disamorati, disillusi, esausti. Stanchi di parole. Impoveriti e ingannati dall’illusione piccola così di poter vivere chiudendo le porte di casa, di guardare dentro e non più fuori, di pensare a campare e vadano tutti in malora tanto per mecosa cambia. La democrazia è un lusso, questo ci dice per prima cosa il voto di ieri. È un bene prezioso che prospera dove non mancano pane, lavoro, sicurezza, casa. In assenza dei beni essenziali, in presenza di rabbia diffusa e di colossale stanchezza la democrazia diventa bene superfluo. Che se ne occupino gli altri, quelli che hanno tempo da perdere quegli stolti che ci credono ancora. Ecco il pericolo vero. Impoverire un paese, poi ingannarlo, poi piegarlo, poi ipnotizzarlo infine zittirlo fino a che non tace da solo. Fa silenzio, la metà del paese. È la prima sconfitta della politica. </span><span style="font-size:100%;"><br /><br /></span><span style=";font-family:verdana;font-size:100%;" ><span style="font-weight: bold;">La seconda lezione</span> viene dall’altra metà, quelli che hanno votato. La cautela dei dati provvisori impone prudenza ma è chiaro che crescono nei due schieramenti i partiti della «rabbia sociale»: il localismo xenofobo della Lega e il richiamo alla giustizia e alla legalità dell’Italia dei Valori. Due forme molto distinte e distanti di appello alle viscere dell’elettorato, agli umori facili da sollecitare e difficili, poi, da governare nella politica costretta alle alleanze. Demagogia, populismo dirà qualcuno. Nel rispetto di chi si riconosce nelle posizioni di Bossi e nella comunanza di valori con chi ha votato Di Pietro - moltissimi elettori di sinistra delusi dal resto dei partiti - si deve però osservare come il consenso raccolto dalle due ali «radicali» degli schieramenti sia un consenso di reazione e per così dire prepolitico, o meglio post-politico. Vedremo i flussi, ma è sensato pensare che molti degli elettori della Lega vengano dai delusi da Berlusconi e dagli orfani di Fini, sparito dalle schede, oltreché da una classe media e operaia spaventata dal fluttuare evanescente di quella che al Nord fu la sinistra. Gli elettori di Di Pietro sono certo antiberlusconiani in fuga dal compromesso, opposizione drastica non rappresentata dalla sinistra della moderazione e non sempre, comunque, opposizione di sinistra in origine. La crescita di Lega e Idv parlano di un disagio nuovo in quel che resta del vecchio elettorato: un difetto di rappresentanza nelle case d’origine. La sinistra a sinistra del Pd paga il prezzo delle divisioni, un costo salatissimo e si spera ultimo pegno alla logica dei distinguo tra chi sia più puro. Divisi si perde.</span><span style="font-size:100%;"><br /><br /></span><span style=";font-family:verdana;font-size:100%;" ><span style="font-weight: bold;">Infine, le considerazioni</span> principali:Berlusconi e Fini ballano molto al di sotto del 40 sperato, forse sotto il 35, una sconfitta vistosa. Il Pd di Franceschini regge sopra il 26, assai più di quel che i profeti di sventura, dentro e fuori dal partito, si auguravano per calcoli meschini. È una bella speranza di crescita per un neonato dato per spacciato. Il cammino ora riparte da qui: verso quelli che se ne sono andati. Il Centro viaggia da solo. Quel che bisogna ritrovare a sinistra è l’unità. Poi ci sono i quattro su dieci che non hanno votato. La partita della democrazia si gioca a casa loro.</span><br /></span>pavo67http://www.blogger.com/profile/07759405654271791981noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6189982262701240337.post-68157781857809992912009-04-21T01:23:00.008+02:002009-04-21T01:36:18.522+02:00La trappola di nome economia<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgp1Q7KkVPX1IfzJyGQmX5DsIglTtyYGFv1Wjnir7rva3CPMQ17ULXydVDGlqESYa6UKTmy_A28AVcMaXK0RoR2C8ywUw37jBnjKyjvOvtD3qMjbv5bMj5poFFpb_oGsebCwtcX00PoRLM/s400/trappola.gif"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 334px; height: 400px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgp1Q7KkVPX1IfzJyGQmX5DsIglTtyYGFv1Wjnir7rva3CPMQ17ULXydVDGlqESYa6UKTmy_A28AVcMaXK0RoR2C8ywUw37jBnjKyjvOvtD3qMjbv5bMj5poFFpb_oGsebCwtcX00PoRLM/s400/trappola.gif" alt="" border="0" /></a><span class="TEXT_testo_html" style="font-family:verdana;"><p><span style="font-size:85%;"><span style="font-style: italic;"><br /></span></span></p><p><span style="font-size:85%;"><span style="font-style: italic;">di Roberto Mancini<br />da <a href="http://www.altreconomia.it/site/index.php">a</a></span><a style="font-style: italic; font-weight: bold;" href="http://www.altreconomia.it/site/index.php">ltreconomia</a><span style="font-style: italic;"> (Num. 99 - Novembre 2008 - Rubrica "Idee eretiche")</span><br /><br /></span>La trappola di nome economia. Questa oggi è la tortura per la vita delle persone, dei popoli, della natura. <span style="font-weight: bold;">La più grande causa di infelicità</span>. Più è virtuale, futile, distruttiva e più decide del destino di tutti con forza apparentemente inesorabile.<br />Che poi presto si rivela apertamente, come oggi, la forza tragica del vortice in un naufragio.<br /></p><p><br /></p><p>Non è che sia un male l’economia in sé. Anzi, essa dovrebbe essere l’arte della cura per le basi materiali della convivenza. Il vanto di questa economia di servizio sarebbe quello di riuscire a non escludere, a non precarizzare, a non affamare nessuno. Il punto è che l’economia capitalista costruita nei secoli più recenti dall’Occidente come sovracultura globale è un’economia completamente e intrinsecamente perversa. Il suo dinamismo storico si sintetizza nella riduzione della società a economia e dell’economia a capitalismo distruttivo. L’indole necrofila di questo sistema si coglie inoppugnabilmente già dall’<span style="font-weight: bold;">enorme contraddizione per cui l’economia attuale potrebbe eliminare la fame e invece la produce</span>. È un delirio che viene dall’antica abitudine a organizzare la vita secondo la logica del dominio. Max Horkheimer e Theodor Adorno, ricostruendo il percorso storico-concettuale di tale abitudine collettiva, scrivono: “Il dominio sopravvive come fine a se stesso in forma di potere economico” (Dialettica dell’illuminismo, Einaudi, p. 110). Perché il dominio radicale, il dominio puro, assume nella società proprio la forma dell’economia?</p><p><br /></p><p>Di tutte le sfere di esperienza dell’essere umano, l’economia è quella che riguarda la sopravvivenza. <span style="font-weight: bold;">Ma la sopravvivenza fine a se stessa è tutt’altro che naturale. Quando viene posta come scopo unico dell’esistenza, si deforma la condizione umana</span>. La vita, nell’anelito che la fa respirare -cioè la vita umana ma anche la vita della natura- non cerca solo la sopravvivenza, tende a una condizione nuova, liberata dal male e dalla morte. Ridurre ogni cosa a economia significa fabbricare un sistema in cui la sopravvivenza bruta si sostituisce alla vita e, ancor più, a ogni possibilità di vita vera e di felicità condivisa. Se siamo un tessuto di esseri unici, tutti legati tra loro e tendenti a una liberazione integrale, ridurre la condizione dei viventi alla trappola dell’economia capitalista significa isolare ogni filo del tessuto. E costringerlo a fare qualsiasi cosa per continuare a sussistere in questo stato contronatura e disumano.<br />La sopravvivenza diventa lo sforzo di vivere al di sopra degli altri, senza e contro di loro. Una sopravvivenza selettiva, incompatibile con la convivenza.<br />Perché non ci ribelliamo a questo tremendo sortilegio di carta? Capire le cause di questa specie di epocale sindrome di Stoccolma è essenziale per uscire dalla trappola. Elenco brevemente le sette cause che ritengo più importanti:<br /></p></span><ol><li><span class="TEXT_testo_html" style="font-family:verdana;"><p>l’<span style="font-weight: bold;">angoscia diffusa</span> che fa guardare alla vita solo come a un <span style="font-weight: bold;">tentativo di sopravvivere </span>per il tempo più lungo possibile; </p></span></li><li><span class="TEXT_testo_html" style="font-family:verdana;"><p>l’<span style="font-weight: bold;">illusione </span>che si possa <span style="font-weight: bold;">vivere per se stessi </span>e separati dagli altri, indifferenti alla loro sorte; </p></span></li><li><span class="TEXT_testo_html" style="font-family:verdana;"><p>l’<span style="font-weight: bold;">attrazione </span>esercitata dai <span style="font-weight: bold;">vantaggi materiali </span>che questa economia assicura a pochi e promette a tutti; </p></span></li><li><span class="TEXT_testo_html" style="font-family:verdana;"><p>la <span style="font-weight: bold;">giustificazione ideologica </span>universale, che presenta questo sistema come “non ideologico”, ma naturale, razionale, vantaggioso e necessario, al punto che le stesse religioni non riescono a vedere che <span style="font-weight: bold;">il capitalismo è ateismo puro</span>; </p></span></li><li><span class="TEXT_testo_html" style="font-family:verdana;"><p>il <span style="font-weight: bold;">sentimento collettivo di impotenza </span>a cambiare per trovare un’altra forma di economia, nell’errata concezione per cui l’unica alternativa possibile al capitalismo, già da tempo sconfitta, sia stata il socialismo statalista; </p></span></li><li><span class="TEXT_testo_html" style="font-family:verdana;"><p>il <span style="font-weight: bold;">permanente ricatto </span>che grava su chiunque, per cui si crede che chi disobbedisce agli imperativi dell’economia globalizzata finisce in rovina; </p></span></li><li><span class="TEXT_testo_html" style="font-family:verdana;"><p>la <span style="font-weight: bold;">messa fuori gioco della politica </span>come strumento democratico per cambiare le cose e regolare il corso dell’economia, organizzando con giustizia la convivenza di tutti.</p></span></li></ol><span class="TEXT_testo_html" style="font-family:verdana;"><p>Trovare la via per uscire dalla trappola esige la comprensione di queste cause e l’individuazione operativa di risposte che le superino. E richiede la percezione del senso della vita personale e collettiva, la passione e il coraggio di cambiare, la fiducia in un futuro diverso, la memoria del perché, anzi del per chi vale la pena di agire altrimenti. L’altra economia è un sogno a occhi aperti, ma è anche un dovere.<em></em></p><p><em><br /></em></p><p><span style="font-size:85%;"><span style="font-weight: bold; font-style: italic;">Roberto Mancini</span> <span style="font-style: italic;">insegna Filosofia teoretica all'Università di Macerata. Dirige la collana "Orizzonte filosofico" della Cittadella editrice di Assisi. E' membro del Comitato scientifico delle Scuole di Pace de3lla Provincia di Lucca e del Comune di Senigallia (AN). Il suo ultimo libro è "La buona reciprocità. Famiglia, scuola, educazione" (Cittadella editrice, 2008).</span></span></p></span>pavo67http://www.blogger.com/profile/07759405654271791981noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6189982262701240337.post-68507918513885438082009-03-17T22:51:00.008+01:002009-07-16T15:05:50.698+02:00Treni d'oggi e vecchie ferrovie<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEzZDS7EaVvT_JeM6ASQPKOsIHo_0iB9J-ypGGIeyCkdrMQ4rYWgp7ErN1ZJgzj8BFmUBQhnR3c36ad8YKOKRXRTfQsIffqG9pBTsjwMBwooOPwiL9NASAR2LzFImg28UvEkJZff1gc0su/s1600-h/2008.07.03-004-Aveiro(P).jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 400px; height: 268px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEzZDS7EaVvT_JeM6ASQPKOsIHo_0iB9J-ypGGIeyCkdrMQ4rYWgp7ErN1ZJgzj8BFmUBQhnR3c36ad8YKOKRXRTfQsIffqG9pBTsjwMBwooOPwiL9NASAR2LzFImg28UvEkJZff1gc0su/s400/2008.07.03-004-Aveiro(P).jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5314281962452636882" border="0" /></a><span style="font-size:85%;"></span><blockquote style="font-style: italic;"><span style="font-size:85%;"><span style="font-family:verdana;">Tratte abbandonate, tariffe impazzite, viaggi disagiati,<br />utenti trascurati. E i ciclisti?... dimenticàti!</span> </span></blockquote> <span style=";font-family:verdana;font-size:85%;" ><span style="font-style: italic;"><br />di <span style="font-weight: bold;">Luciano LORINI</span><br />da </span><a style="font-style: italic; font-weight: bold;" href="http://www.amicidellabicicletta.it/">Ruotalibera</a><span style="font-style: italic;"> (Num. 111 - Marzo/Aprile 2009 - Rubrica "Treno e bici")</span></span><br /><span style="font-family:verdana;"><br />Il momento di <span style="font-weight: bold;">difficoltà </span>che stanno attraversando attualmente le nostre Ferrovie è sotto gli occhi di tutti, basta aprire un giornale per rendersene conto. In occasione della pubblicazione dell'ultimo orario ufficiale numerose sono state le voci di preoccupazione che hanno segnalato all'opinione pubblica cali di servizio e aumento dei disagi (e dei costi) per molte categorie di utenti, pendolari in testa. </span> <span style="font-weight: bold;font-family:verdana;" ><br /><br />Che cosa sta succedendo? </span> <span style="font-family:verdana;">Sembra quasi che la mission aziendale del Gruppo Ferrovie dello Stato (lo slogan recita <span style="font-style: italic;">"Quando il trasporto si fa impresa al servizio del Paese"</span> - forse manca il punto interrogativo) non sia più quella di fornire tale servizio al viaggiatore in generale, bensì di focalizzarlo ad un certo segmento in particolare, in grado di ripagarsi completamente, quello business. Per privilegiare il quale si aumentano le corse redditizie a scapito di quelle meno remunerative (che però trasportano la maggior parte dei passeggeri: 88 su 100 infatti viaggiano su treni locali). Un biglietto ES di prima classe Milano-Roma, per esempio, costa 81 euro sola andata (93 la nuova Freccia Rossa) mentre un mese di abbonamento regionale entro i 150 Km solo pochi euro in meno... </span> <span style="font-family:verdana;"><br /><br />Sensibili sul tema (non dimentichiamo che non è consentito il trasporto delle biciclette sui treni Eurostar) non possiamo non considerare le potenzialità che il trasporto ferroviario locale rappresenta per gli spostamenti quotidiani di un vastissimo bacino di utenti, pendolari (in aumento) ma non solo. Potenzialità di fatto sprecate, spesso nemmeno considerate da Trenitalia. Non è dato conoscere quale sia il disegno finale, il piano di sviluppo ferroviario che certo management ha in mente. Ma fatte certe considerazioni, la percezione non è certo ottimistica. </span> <span style="font-family:verdana;"><span style="font-weight: bold;"><br /><br />Mancano investimenti</span>. Nel dettaglio si osservano: "dimenticanza" di partite nel bilancio dello Stato e miseri contributi dalle Regioni (molto più bassi del virtuoso 1% cui tendono molti paesi europei) che di fatto ingessano il sistema dei trasporti ferroviari (fonte: <a href="http://www.legambiente.eu/campagne/intro/pendolaria.php">Legambiente</a></span><span style="font-family:verdana;"><a href="http://www.legambiente.eu/campagne/intro/pendolaria.php"> - Rapporto <span style="font-style: italic;">"Pendolaria"</span></a>). Ma soprattutto <span style="font-weight: bold;">mancano sensibilità e lungimiranza</span> per rendere il trasporto su rotaia più integrato e moderno. I punti di attenzione in agenda riguardano: puntualità, frequenza, comodità e pulizia dei treni, organizzazione dell’intermodalità e accessibilità delle stazioni. Gli ultimi due vedono impegnata la <a href="http://www.fiab-onlus.it/">FIAB</a>, sia a livello nazionale sia in ambito locale, con numerose attività e manifestazioni dedicate a sensibilizzare l'opinione pubblica e mantenere un adeguato livello di attenzione alle esigenze degli utenti ciclisti. Ne parliamo brevemente. </span> <span style="font-family:verdana;"><br /><br />Il viaggiatore ciclista, sia esso turista o pendolare, necessita ovviamente di poter <span style="font-weight: bold;">trasportare la bicicletta sui convogli</span>. Allo scopo non basta una dichiarazione sull'orario o un adesivo sulla fiancata del vagone; occorrono tutta una serie di provvedimenti volti a concretizzare questa possibilità. I convogli abilitati dovrebbero aumentare, <span style="font-weight: bold;">senza limitazioni di tratte ed orari</span>. Le stazioni dovrebbero consentire un <span style="font-weight: bold;">accesso agevole e ben segnalato ai binari</span>. Anche le <span style="font-weight: bold;">strutture accessorie (i parcheggi)</span> dovrebbero tener conto delle esigenze di chi magari non si porta diertro il mezzo, ma ugualmente raggiunge la stazione pedalando (ricordate l'annosa questione sul progetto di rinnovamento del piazzale antistante la Stazione di Porta Nuova e relativo parcheggio biciclette - coperto? custodito?). Ovvero: la bicicletta dovrebbe essere benvenuta, sempre. Purtroppo capita spesso che non lo sia ed ecco allora che noi <a href="http://www.amicidellabicicletta.it/">AdB di Verona</a>, duri e irriducibili, per saggiare di continuo lo stato di salute del progetto intermodalità di Trenitalia, organizziamo numerose gite Treno+bici, il cui nome esprime bene il concetto e anticipa già buona parte dei contenuti. Con i medesimi intenti, a livello nazionale viene proposta, da quasi dieci anni, la giornata Bicintreno a sostegno del trasporto integrato, cui parteciperemo anche noi veronesi (il 13 aprile - v.programma). Il non rassegnarsi ad una situazione che di fatto è sconsolante vuole proprio essere stimolo a non trascurare queste istanze. La posta in gioco è altissima: il cammino di progresso civile e la credibilità del nostro Paese in ambito internazionale. Oltre a un non trascurabile effetto economico dovuto alla crescita dimostrata del cicloturismo in questi ultimi anni. Alcuni segnali preoccupanti stanno purtroppo già arrivando: sono le lettere di protesta che i cicloturisti stranieri inviano alle nostre sedi, dopo aver avuto notizia dell'impossibilità di entrare ciclomuniti in Italia dalla Svizzera, a bordo dei treni Cisalpino (e altri gestori si son già ritirati a causa dell'aumento delle tariffe di transito richieste da RFI). </span> <span style="font-family:verdana;"><br /><br />Un altro argomento attinente riguarda le <span style="font-weight: bold;">Ferrovie dismesse</span>, ovvero quell'immenso patrimonio abbandonato (oltre 5.000 Km) che sarebbe facile, economico, opportuno riconvertire per la creazione di una rete di mobilità dolce, aperta a pedoni, ciclisti, cavalieri, utenti a mobilità ridotta. Un progetto di legge per il riuso di questo patrimonio è stato presentato in Parlamento nel febbraio 2007, assieme ad una petizione popolare con oltre 6.000 firme. A supporto di questa iniziativa, la FIAB (aderente alla Confederazione per la Mobilità Dolce - Co.Mo.Do.) partecipa alla Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate, giunta quest'anno alla seconda edizione. Ricordando a riguardo l'impegno ormai pluriennale sul fronte della Treviso-Ostiglia, gli AdB di Verona hanno pedalato insieme</span><span style="font-family:verdana;"> (il 1 marzo)</span><span style="font-family:verdana;"> per promuovere la ciclabilità dell'ex ferrovia Dolcè-Volargne e il collegamento ciclabile della Val del Tasso con il nuovo Bicigrill di Affi.</span>pavo67http://www.blogger.com/profile/07759405654271791981noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6189982262701240337.post-31636754674542742172009-03-08T23:02:00.012+01:002009-04-21T01:28:24.984+02:00Economia e individualismo<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjMetl3Ota0aSy8gIUpM0jiIhXaMu82WvLiptqh0HQz4m1aTiQPNdIoEStASm6rubtxBuNf-9oNH2tTfvV2yFXyP2ZwFfYOpuhLfyC7R5X9G1QmHfYkrvO7bk6INYXzqN17WneHACzvdQB/s1600-h/solitudine2.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 400px; height: 328px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjMetl3Ota0aSy8gIUpM0jiIhXaMu82WvLiptqh0HQz4m1aTiQPNdIoEStASm6rubtxBuNf-9oNH2tTfvV2yFXyP2ZwFfYOpuhLfyC7R5X9G1QmHfYkrvO7bk6INYXzqN17WneHACzvdQB/s400/solitudine2.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5310965035799499650" border="0" /></a><br /><span style=";font-family:verdana;font-size:85%;" ><span style="font-style: italic;">di Roberto Mancini<br />da <a href="http://www.altreconomia.it/site/index.php">a</a></span><a style="font-style: italic; font-weight: bold;" href="http://www.altreconomia.it/site/index.php">ltreconomia</a><span style="font-style: italic;"> (Num. 101 - Gennaio 2009 - Rubrica "Idee eretiche")</span><br /><br /></span><span style="font-family:verdana;">Economia e individualismo. Le due cose sembrano tutt'uno. Il dogma vuole che, soprattutto nella sfera economica, ciascuno veda e curi solo il proprio interesse, senza considerazione per quello degli altri, anzi senza considerazione degli altri come tali. L'illusione che si possa fare di se stessi il senso di tutto, mantenendosi indifferenti e separati dagli altri, è una delle barriere psicologiche e culturali da superare per costruire un'altra economia. <span style="font-weight: bold;">L'individualismo è l'egoismo divenuto cultura, visione del mondo</span>, criterio di ogni razionalità. Veicolata dalla paura di restare indietro rispetto agli altri, che poi diviene l'avidità di affermarsi senza di fatto essere mai se stessi, la mentalità individualista si insinua sin dall'infanzia, per esempio fin dalla nascita di un fratello o di una sorella. L'egoismo è una patologia, è anzitutto il fallimento nel cammino di scoperta di sè, del proprio valore, della propria dignità.<br /><br />La natura illusoria della mentalità individualista è evidente. Intanto perchè basta uno sguardo attento alla srtoffa della società per cogliere che l'individualismo è solo il suo disegno superficiale, ma <span style="font-weight: bold;">la trama essenziale è la massificazione</span>. L'individuo è una formica del grande formicaio: più si adatta a testa bassa, diventa flessibile e compete, e più perde il senso della relazione. E' soprattutto sul piano antropologico che l'individualismo è illusorio. La persona umana nasce dalla relazione tra una donna e un uomo, cresce e matura le sue facoltà partecipando alle relazioni con gli altri, è in se stessa una vivente relazione di nuclei del proprio essere come il corpo, il cuore, la ragione, la coscienza morale, l'anima come identità profonda e come libertà originale in ciascuno. <span style="font-weight: bold;">Una creatura così costituita tende, per sua vocazione, all'armonia </span>in tutte le sue relazioni fondamentali, interiori e interpersonali. Se al contrario essa è indotta a esistere in maniera antitetica alla struttura relazionale del proprio essere, si adatta a una forma innaturale di vita, falsifica e deforma la sua personalità, si riduce a esistere sempre e solo per sopravvivere, sacrificando il fine autentico dello stare al mondo: diventare felici alimentando la felicità di altri.<br /><br />Tuttavia, il fatto che si tratti di una logica innaturale e illusoria, non significa che essa non sia potente e capace di avvolgere, come una fitta nebbia, <span style="font-weight: bold;">non solo i singoli, ma anche i gruppi</span>, soggetti collettivi e, quasi interamente la stessa società. Sono davanti agli occhi di tutti i disastri causati dalla logica identitaria di gruppi religiosi, etnici, ideologici, politici che vogliono affermarsi attraverso il conflitto contro tutti coloro che rappresentano "gli altri". Il primato del "noi" piuttosto che quello dell' "io" non migliora affatto le cose, ne moltiplica gli effetti negativi. Neppure la pratica del cosiddetto "volontariato", termine che sempre più fa acqua per la sua indifferenziazione e ambiguità, sa efficacemente aprire lo spazio di una socialità realmente guarita dall'individualismo. Si può fare volontariato e rimanere individualisti nella mentalità e nello stile di vita.<br /><br />Quale antidoto trovare a questa epidemia dell'io o del noi autoreferenziali?<br />Le radici dell'individualismo sono antiche e rafforzate di continuo. Quindi altrettanto precoce e costante deve essere la cura per la cultura della condivisione. <span style="font-weight: bold;">Famiglia, scuola, associazioni educative sono i luoghi di fioritura dell'umanità relazionale di ognuno. Genitori, insegnanti, educatori sono i protagonisti di questa svolta, che è sempre possibile dove le persone crescono in situazioni di dialogica della vita quotidiana.</span> Al centro dei percorsi educativi tipici della cultura della relazione dovranno essere posti l'acquisizione dell'autentico senso di sè, l'apertura al senso del vivere in comunità e, in particolare, la maturazione della capacità di identificazione di se stessi nella condizione dell'altro, anzi dell'ultimo di una situazione data.<br /><br />La guarigione dall'individualismo infatti non accade solo perchè si scopre il valore degli altri in genere, ma soprattutto quando non si ha paura di guardare e di sentire le cose dal punto di vista di chi viene emarginato, scartato, giudicato. Chi ha nella coscienza una visione nitida e nel cuore un bene sufficiente per sentire la vita insieme all'altro messo più in basso, costui è veramente guarito dall'individualismo e il suo agire porta frutto non solo per il suo prossimo, ma per tutti.<br /><br /><span style="font-size:85%;"><span style="font-weight: bold; font-style: italic;">Roberto Mancini</span> <span style="font-style: italic;">insegna Filosofia teoretica all'Università di Macerata. Dirige la collana "Orizzonte filosofico" della Cittadella editrice di Assisi. E' membro del Comitato scientifico delle Scuole di Pace de3lla Provincia di Lucca e del Comune di Senigallia (AN). Il suo ultimo libro è "La buona reciprocità. Famiglia, scuola, educazione" (Cittadella editrice, 2008).</span></span> </span>pavo67http://www.blogger.com/profile/07759405654271791981noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6189982262701240337.post-57450773542742303702008-12-12T21:29:00.011+01:002009-07-16T15:05:18.837+02:00Il canto del grande schermo<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYqJIbFCMuxewjZpx3YckEwC2oCwcew3FV3DnbgWPWh3PzzQeoozXGlf6K8KQTT9Wx5kSEZYK6K_DmqVCj0bvusR55oi4cGEB1TsTlkKRVlFWSChuzIiIYwIyEY_QHWkz3yDmYs0VFJhTq/s1600-h/VeronaTime+2008-42+VOX+-+Immagine+1+%28CiakSiCanta%29.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 400px; height: 267px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYqJIbFCMuxewjZpx3YckEwC2oCwcew3FV3DnbgWPWh3PzzQeoozXGlf6K8KQTT9Wx5kSEZYK6K_DmqVCj0bvusR55oi4cGEB1TsTlkKRVlFWSChuzIiIYwIyEY_QHWkz3yDmYs0VFJhTq/s400/VeronaTime+2008-42+VOX+-+Immagine+1+%28CiakSiCanta%29.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5279007239565153074" border="0" /></a><blockquote style="font-style: italic;"><span style="font-size:85%;">L’Ecclesia Nova rivisita le colonne sonore più significative<br /></span></blockquote><span style=";font-family:verdana;font-size:85%;" ><span style="font-style: italic;"><br />di <span style="font-weight: bold;">Luciano LORINI</span><br />da </span><a style="font-style: italic; font-weight: bold;" href="http://www.veronatime.net/">VERONAtime</a><span style="font-style: italic;"> (Anno 5 Num. 42 - Dicembre 2008/Gennaio 2009)</span><br /><br />E' un concerto bellissimo, questo </span><span style="font-weight: bold; font-style: italic;font-family:verdana;font-size:85%;" >Ciak… si canta</span><span style=";font-family:verdana;font-size:85%;" >. Di più: uno </span><span style="font-weight: bold;font-family:verdana;font-size:85%;" >spettacolo completo</span><span style=";font-family:verdana;font-size:85%;" >, godibile e curato sotto ogni aspetto. Non solo musica e canto per la delizia delle orecchie, ma anche costumi, coreografie, luci per l'appagamento della vista e del cuore. Se ne esce, insomma pienamente soddisfatti e convinti. Chi afferma che il mondo corale non ha più nulla da dire si sbaglia di grosso.<br /><br />Protagonista della messa in scena è l’ </span><span style="font-weight: bold;font-family:verdana;font-size:85%;" >Insieme Corale Ecclesia Nova</span><span style=";font-family:verdana;font-size:85%;" >, un coro che si muove (e ci voleva!, brava la coreografa </span><span style="font-weight: bold;font-family:verdana;font-size:85%;" >Tatiana Cazzadori</span><span style=";font-family:verdana;font-size:85%;" >), affascina, cattura, conquista. Vivace e mai sguaiato, "allegro ma non troppo"... Tecnicamente il risultato è sorprendente. Convincente assai per la pulizia del suono e la ricerca espressiva, praticamente perfetto per quanto riguarda l'intonazione. Pure efficace ed equilibrato l'utilizzo dei bravissimi solisti.<br /><br />E d'altra parte non sarà certo un caso se nel recente 5° Festival della Coralità Veneta, organizzato dall'ASAC lo scorso ottobre proprio qui a Verona, formazione e direttore han fatto man bassa di premi (- premio speciale per la scelta della composizione d’autore ritenuta più interessante - premio speciale per il miglior direttore, «distintosi per particolari doti tecnico-interpretative» - primo posto nella categoria “Repertorio Polifonico d’autore sacro e/o profano” - Gran Premio del Festival)...<br /><br />Il direttore, appunto. Giovanissimo e promettente, l'entusiasta </span><span style="font-weight: bold;font-family:verdana;font-size:85%;" >Matteo Valbusa</span><span style=";font-family:verdana;font-size:85%;" > sta conducendo per mano i suoi cantori alla ricerca della perfezione. E' pur vero che l'aiuto del Maestro </span><span style="font-weight: bold;font-family:verdana;font-size:85%;" >Mario Lanaro</span><span style=";font-family:verdana;font-size:85%;" >, che l'ha sostituito nel ruolo di direttore ospite alla guida del coro lo scorso anno, durante un suo lungo periodo di studio all'estero (in Finlandia, presso l'accademia Sibelius), potrebbe aver lasciato un'impronta non indifferente ma, si sa, un coro è una realtà complessa, una materia in perenne divenire e una buona mano da sola non basta a imprimere la "svolta". Ci vogliono i coristi, la materia da plasmare, la "stoffa" per l'abito che si ha in mente. Allora sì che l'artista, il sarto, riesce nell'impresa creativa. Di questo, probabilmente, va reso merito non solo ai direttori, ma anche ai coristi tutti, nessuno escluso.<br /><br />Il programma dello spettacolo è ricco, completo e variegato. E' suddiviso in tre grandi blocchi (Walt Disney, il Musical, i Film), intermezzati da letture (</span><span style="font-weight: bold;font-family:verdana;font-size:85%;" >Mara Asmundo</span><span style=";font-family:verdana;font-size:85%;" >) e momenti musicali strumentali (con il violino di </span><span style="font-weight: bold;font-family:verdana;font-size:85%;" >Silvia Bisin</span><span style=";font-family:verdana;font-size:85%;" > e il pianoforte dell'ottimo </span><span style="font-weight: bold;font-family:verdana;font-size:85%;" >Federico Donadoni</span><span style=";font-family:verdana;font-size:85%;" >) ad accompagnare alcune coreografie della solista </span><span style="font-weight: bold;font-family:verdana;font-size:85%;" >Valentina Dolci</span><span style=";font-family:verdana;font-size:85%;" >. La scelta dei brani è quantomai azzeccata e strizza l'occhiolino ai nostri ricordi, riportando a galla memorie sopite della nostra infanzia (e non solo). Gli arrangiamenti corali del Maestro Lanaro sono, come al solito, impeccabili: delicati, incisivi quando serve, sempre e comunque dei piccoli capolavori compositivi.<br /><br />E' palese l'invito a non mancare, di sicuro non ve ne pentirete!<br /></span><span style=";font-family:verdana;font-size:85%;" ><br /><br /></span><span style="font-style: italic; font-weight: bold;font-family:verdana;font-size:85%;" >Venerdì 2 gennaio 2009 - ore 21.00 </span> <span style="font-size:85%;"><br /></span><span style="font-style: italic; font-weight: bold;font-family:verdana;font-size:85%;" >Teatro Vittoria - Boscochiesanuova - VR</span><span style="font-weight: bold;font-family:verdana;font-size:85%;" > </span><span style=";font-family:verdana;font-size:85%;" ><br /><a style="font-style: italic;" href="http://www.blogger.com/www.ecclesianova.it">www.ecclesianova.it</a></span><span style="font-style: italic;font-family:verdana;font-size:85%;" > - </span><span style=";font-family:verdana;font-size:85%;" ><span style="font-size:85%;"><a style="font-style: italic; font-family: verdana;" href="mailto:info@ecclesianova.it">info@ecclesianova.it</a><br /></span><br /><br /></span>pavo67http://www.blogger.com/profile/07759405654271791981noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6189982262701240337.post-6655233769748839872008-11-11T23:34:00.008+01:002008-11-11T23:59:32.282+01:0060 ore a settimana<div style="text-align: center;"><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0tyrwPcJWAKXvSYGwXNPuO4KunJf14eV_-VDLuRuaNV5xHKUK-iny8npK6SqLeQvslmpUO-QXmvnp-9uLLPISEmHApwDVBGyZYG7DtD_8B7r2ZeMp33tcYNiuYq5admBoial4t8ynizfF/s1600-h/TempiLavoro.jpg"><img style="cursor: pointer; width: 400px; height: 286px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0tyrwPcJWAKXvSYGwXNPuO4KunJf14eV_-VDLuRuaNV5xHKUK-iny8npK6SqLeQvslmpUO-QXmvnp-9uLLPISEmHApwDVBGyZYG7DtD_8B7r2ZeMp33tcYNiuYq5admBoial4t8ynizfF/s400/TempiLavoro.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5267538163179417586" border="0" /></a><br /></div><span style="font-family:verdana;"><blockquote><span style="font-size:85%;">Orari di lavoro a 60 ore la settimana: un dovere morale?</span></blockquote></span><span style="font-family:verdana;"><span style="font-size:85%;"><span style="font-style: italic;"><br />da <a href="http://www.fisacvicenza.it/informafisac/informafisac.html">Informazioni FISAC-CGIL</a> (Anno XXI - Ottobre 2008)</span><br /></span><span style="font-size:130%;"><br /></span>Il sabato interamente festivo fu introdotto, primo in Italia, nel 1957 in Olivetti. L'orario scendeva di fatto a 40 ore la settimana a parità di salario: un netto <span style="font-weight: bold;">progresso sociale</span>. La lunga marcia per ridurre l'orario di lavoro, iniziata nella seconda metà dell'800, ha trovato, con le 35 ore introdotte in Francia, il punto di arrivo più avanzato. </span> <span style="font-family:verdana;">Ora sembra che il nuovo dogma della competizione globale abbia spinto i ministri europei del lavoro ad una netta svolta: è stato raggiunto un accordo che permette ai paesi membri di prolungare l'orario di lavoro a <span style="font-weight: bold;">60 ore la settimana</span>. Naturalmente nessuno parla esplicitamente di obbligare i dipendenti a lavorare sino a 25 ore in più la settimana: l'orario potrà essere incrementato se il lavoratore darà il suo consenso o se il prolungamento verrà previsto da un accordo tra parti sociali o dalla legislazione nazionale. </span><br /><br /><span style="font-family:verdana;">Nel nostro caso, l'effetto combinato di questa previsione unitamente agli "sconti" del governo italiano per chi fa lo straordinario, può trasformarsi in una forma di ricatto verso coloro che, per diverse ragioni, non possono dire di no, accentuando le disuguaglianze tra chi ha un lavoro stabile, ed è rappresentato dai sindacati, e chi ha un lavoro precario oppure tra chi lavora in grandi aziende e chi invece opera in realtà imprenditoriali di minori dimensioni.<br /><br /><span style="font-weight: bold;">Le conseguenze sui tempi comunitari, sociali e familiari sarebbero pesanti</span>, un completo spaginamento, con una contraddizione evidente: come può l'Europa chiederci contemporaneamente di lavorare di più e di avere più figli?</span> <span style="font-family:verdana;">Con ogni probabilità l'incremento delle ore lavorate finirà per svantaggiare ancora una volta le donne, già poco presenti nel nostro mercato del lavoro. Al lavoro subordinato che ha perso, in questi ultimi anni, potere di acquisto e posizioni nella classifica sociale, ora si chiede di accrescere l'orario. Questo fatto sembra confermare la tesi secondo cui maggiore è la disuguaglianza più sono le ore lavorate.<br /><br />Tra l'altro pare davvero <span style="font-weight: bold;">poco intelligente </span>puntare su misure di teorico <span style="font-weight: bold;">aumento della produttività in chiave quantitativa</span> anziché introdurre elementi di qualità nel sistema economico. Ancora una volta sembra si tratti di percorrere la strada meno alta della competitività, non comprendendo che questo è un terreno sul quale le imprese e le saocietà europee non avranno mai la possibilità di primeggiare.</span><br /><br /><span style="font-family:verdana;">L'accordo dei Ministri europei sul prolungamento degli orari del lavoro dovrà essere approvato dal Parlamento di Strasburgo che, in tema di affari sociali, si è in varie occasioni dimostrato più avanzato sia della Commissione europea, sia del COnsiglio dei Ministri del Lavoro. Non è scontato che questo accordo sia approvato, ma possiamo affermare che il netto progresso sociale, inaugurato in Italia da Adriano Olivetti, rischia di fare un altro salto all'indietro, alle condizioni che in Europa esistevano un secolo e mezzo fa, ovvero verso quele che oggi si osservano in India, Cina, Messico...</span>pavo67http://www.blogger.com/profile/07759405654271791981noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-6189982262701240337.post-80324822106756655552008-11-07T13:31:00.009+01:002008-11-07T13:55:12.222+01:00Società di tutti<div style="text-align: center;"><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPGn65YnaVWDX6PT7_IfJdN-rvqcuwL4GQxvkLB4JOTr0KzankwzCrnfoQNG46qda3wrH3sxmJFbtp6lhkmtwqkvvcZOV-thPiUZNj3_1Zj00T1sICZRfrtBvF_-4smc5YbVk9RhaIu3yX/s1600-h/OraDiReligione.gif"><img style="cursor: pointer; width: 268px; height: 350px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPGn65YnaVWDX6PT7_IfJdN-rvqcuwL4GQxvkLB4JOTr0KzankwzCrnfoQNG46qda3wrH3sxmJFbtp6lhkmtwqkvvcZOV-thPiUZNj3_1Zj00T1sICZRfrtBvF_-4smc5YbVk9RhaIu3yX/s400/OraDiReligione.gif" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5265893942431434290" border="0" /></a><br /></div><blockquote style="font-family:verdana;"><span style="font-style: italic;font-size:85%;" >«Cercate il bene della città…»<br /></span><span style="font-size:85%;">(Geremia 29, 7)<br /></span></blockquote><br /><span style="font-style: italic;font-family:verdana;font-size:85%;" >di Alfredo Berlendis</span><span style="font-size:85%;"><span style="font-style: italic;"> </span></span><span style="font-style: italic;font-family:verdana;font-size:85%;" ><br />da <a href="http://www.riforma.it/index.php">Riforma</a> <span style="font-size:78%;">(Anno 144 - numero 37 - 26 settembre 2008)</span></span><br /><span style="font-family:verdana;"><span style="font-size:180%;"><br /></span><span style="font-weight: bold;">CHE ci fa l’ora di religione nella scuola?</span> In molte chiese protestanti di altri Paesi l’ora suddetta è presente, e noi rispettiamo tale scelta. Noi partiamo dal presupposto che la laicità sia un valore</span> <span style="font-family:verdana;">che tutela tutta la cittadinanza. Si attende che, nelle alte sfere (in particolare da parte dell’attuale Governo ) si legiferi secondo l’art. 8 della nostra Costituzione. Per valdesi-metodisti e battisti la laicità esclude l’insegnamento confessionale nella scuola pubblica. L’onnipresenza cattolico-romana è, se non erriamo, criticata da molte parti. Non solo da noi. </span> <span style="font-family:verdana;"><br /><br />L’AUSPICIO è che nella scuola si impartiscano lezioni su tutte le fedi viventi. <span style="font-weight: bold;">Si faccia insomma della storia e non della catechesi</span>. Il grande vantaggio per tutta la popolazione, pensiamo agli extracomunitari, è lampante. Mentre preghiamo perché la conversione muti il disprezzo dei poveri, dall’infanzia a una morte prematura, di cui, le ingiustizie sociali sono spesso i boia di turno,</span> <span style="font-family:verdana;">diamoci da fare, sia con la protesta sia con ogni forma possibile di solidarietà.</span> <span style="font-family:verdana;"><br /><br />NON siamo soli in questa battaglia. Con noi ci sono anche valenti cattolici che esercitano una critica consapevole, che amano <span style="font-weight: bold;">distinguere la sfera dello Stato che è di tutti da quella della religione che è di alcuni</span>. Cattolici che optano per un insegnamento pluralistico, ossia di tutte le religioni. Pensiamo alle bimbe e ai bimbi, che crescono spessissimo con una «monocultura» religiosa. Che anziché crescere nel rispetto di tutti, perché questo è il risultato, passano da bimbe e bimbi, che varcano la soglia delle diverse stagioni della vita, a una condizione di ignoranza che non può che predisporre le loro menti all’intolleranza.</span> <span style="font-family:verdana;"><br /><br />GIACCIONO in Parlamento varie proposte di Intese da parte di varie religioni. Giace, appunto, da oltre sei decenni, l’attuazione dell’articolo ottavo della Costituzione, quello che afferma a chiare lettere che <span style="font-weight: bold;">«tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge»</span>. Non se ne viene a capo. A onor del vero si sono fatti alcuni passi avanti, ma francamente se ne potevano fare molte di più. Si doveva, per una concezione egualitaria, per una convivenza «civile», attuare tale articolo! Non si può che restare allibiti, davanti a tale indifferenza, che non ode l’angoscioso appello all’eguaglianza, di tutte le persone di civico buon senso.</span> <span style="font-family:verdana;"><br /><br />IL civico rispetto di tutti, la Parola di Dio che interpella le coscienze dei credenti, sprona a leggi giuste, equanime, con una attenzione sollecita. Specie per i più diseredati.</span> <span style="font-family:verdana;">La parola profetica: «…cercate il bene della città (...) e pregate per essa» ci spinge a costruire</span> <span style="font-family:verdana;">una società plurale in cui le differenze, anche religiose, siano valorizzate e non represse. Convinti, come siamo, che da Dio viene il bene della società e dell’umanità.</span><span style="font-style: italic;font-family:verdana;font-size:85%;" ><span style="font-size:78%;"></span><a href="http://www.riforma.it/index.php"><br /></a></span>pavo67http://www.blogger.com/profile/07759405654271791981noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6189982262701240337.post-29165427064788739752008-11-05T13:58:00.010+01:002008-11-05T15:03:00.106+01:00La rivincita dell'intelligenza<span style="font-size:100%;"><span style="font-family:verdana;">Traggo dall'</span><a style="font-family: verdana;" href="http://www.repubblica.it/2008/10/speciale/altri/2008elezioniusa/zucconi-sul-trionfo/zucconi-sul-trionfo.html">articolo omonimo</a><span style="font-family:verdana;"> di Vittorio Zucconi (</span><a style="font-family: verdana;" href="http://www.repubblica.it/speciale/2008/elezioni_usa/index.html">Repubblica - Speciale elezioni USA</a><span style="font-family:verdana;">) questo brillante e pungente passaggio, invitandovi alla lettura di tutto il resto.<br /></span></span><br /><span style="font-size:100%;"><blockquote><span style="font-style: italic;font-family:verdana;font-size:100%;" ></span></blockquote></span><span style="font-size:100%;"><blockquote><span style="font-style: italic;font-family:verdana;font-size:100%;" >... sappiamo che finalmente nello Studio Ovale siederà qualcuno che conosce la differenza fra un libro e una sega a motore, che non considera la cultura e la sintassi come espressioni di "fighettismo", secondo l'atroce neologismo caro ai duri e puri. Non uno "come me", ma uno migliore di me, capace di ascoltare, ma anche di riflettere e di circondarsi di persone delle quali non teme la concorrenza, perché non soffre di complessi di inferiorità...</span><span style="font-style: italic;font-size:100%;" ><br /></span><span style="font-size:100%;"><br /></span><span style="font-style: italic;font-family:verdana;font-size:100%;" >... l'elettorato americano ha punito il partito Bush, dando, insieme con la Casa Bianca, una schiacciante maggioranza di seggi ai Democratici nella Camera e nel Senato. Ha respinto otto anni di </span><span style="font-weight: bold; font-style: italic;font-family:verdana;font-size:100%;" >mediocrità spacciata per grande visione morale</span><span style=";font-family:verdana;font-size:85%;" ><span style="font-style: italic;font-size:100%;" >, ha rifiutato offeso l'assurda candidatura di una governatrice di provincia che le donne americane hanno preso come un insulto, portato da chi - maschilisticamente - crede che le donne votino soltanto nel segno del loro genere e non nella scelta della persona migliore per loro stesse e le loro famiglie. Ma soprattutto ha detto che era stanco di essere trattato come un gregge di idioti contenti di essere governati da un compagno di bicchierate che li fa sentire meno stupidi.<br /><br /></span><span style="font-weight: bold; font-style: italic;font-size:100%;" >La democrazia non deve scegliere geni o premi Nobel ma neppure cadere nella tentazione del gioco al ribasso e all'instupidimento collettivo dei venditori di barzellette e di perline</span><span style="font-style: italic;"><span style="font-size:100%;">...<br /></span><br /></span></span></blockquote></span><div style="text-align: center;"><span><span style="font-size:100%;"><span><span style="font-size:100%;"><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7jmEm6N9-He25EnVwXidornFZQxxNUqGsSzmD6eHqJtItLgDYEWv29OED1funAhw0ZUWmQJfecCI2vpB5_W9Ju30cdogzxy8B-woESTWKaPMWCl3cveymooS45UMuPsMj0TwUrRg4KRTK/s1600-h/silvio+berlusconi+comico.jpg"><img style="cursor: pointer; width: 320px; height: 213px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7jmEm6N9-He25EnVwXidornFZQxxNUqGsSzmD6eHqJtItLgDYEWv29OED1funAhw0ZUWmQJfecCI2vpB5_W9Ju30cdogzxy8B-woESTWKaPMWCl3cveymooS45UMuPsMj0TwUrRg4KRTK/s320/silvio+berlusconi+comico.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5265170668758244674" border="0" /></a><br /><br /></span></span></span></span></div><span style="font-size:100%;"><span style="font-family:verdana;">Immagino che ogni riferimento a persone e fatti accaduti sia volutamente <span style="font-style: italic;">casuale</span>... :-)</span></span>pavo67http://www.blogger.com/profile/07759405654271791981noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6189982262701240337.post-22632400811972650962008-11-05T09:36:00.004+01:002008-11-05T09:41:28.790+01:00Speranza e progresso<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgwPtq56lA0B5xzmP5XIjMTl8JBhtppo71RiAF0c3OL7tCVJXgP66efoli42J-UZSD-YwSF5EcqkcS3MW39jHFuM0bQ5_llMZm1OxZQi3ZcXw1O-jIsIvnG0vbbFOJ9UwVQwrzlB76LwXn/s1600-h/2008.11.05+-+BarackObama.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 320px; height: 241px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgwPtq56lA0B5xzmP5XIjMTl8JBhtppo71RiAF0c3OL7tCVJXgP66efoli42J-UZSD-YwSF5EcqkcS3MW39jHFuM0bQ5_llMZm1OxZQi3ZcXw1O-jIsIvnG0vbbFOJ9UwVQwrzlB76LwXn/s320/2008.11.05+-+BarackObama.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5265090486503053378" border="0" /></a><br /><span style="font-family:verdana;font-size:100%;"><span style="font-weight: bold;">Papà, papà, ha vinto Barack Obama!</span><br />Sono le sette del mattino, sono ancora sotto la doccia, ma mio figlio (10 anni) come prima azione del giorno ha acceso la TV (nota bene: non è abitudine in casa nostra) alla ricerca della notizia tanto attesa.<br /><br />Il suo entusiasmo e la sua partecipazione, oltre alle goodnews, of course, mi hanno illuminato la giornata e regalato una ventata di ottimismo.<br /><br />Buon lavoro, Barack; buona fortuna, mondo!</span>pavo67http://www.blogger.com/profile/07759405654271791981noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6189982262701240337.post-62391529652709159712008-11-01T12:43:00.006+01:002008-11-01T15:44:01.109+01:00Son cose che fan piacere...<span style="font-family:verdana;">Dipendente di un grande gruppo bancario, ricevo anch'io la mia razione mensile di <span style="font-weight: bold;">buoni pasto</span>. I quali, ormai da diversi mesi, sono stati scoperti essere un potente veicolo pubblicitario, in grado di raggiungere in modo diretto una parte consistente di <span style="font-style: italic;">popolazione consumatrice</span>, perlopiù a medio-alto reddito (vista l'attuale media nazionale in netto calo e supponendo che anche i nostri dirigenti percepiscano la loro quota di buoni... ;-)). Si sprecano quindi i messaggi di ogni tipo, dai tour operator online agli abbonamenti, dai fitness center ai servizi di consegna floreali. Al punto che, nei periodi di <span style="font-style: italic;">magra estiva</span>, </span><span style="font-family:verdana;">quando cioè la spettanza in buoni pasto </span><span style="font-family:verdana;">per il sottoscritto </span><span style="font-family:verdana;">(a causa di ferie e congedi parentali) scende a poche unità, il blocchetto ugualmente pesa così tanto che al ritiro potrei pensare di andarmelo a consumare al Dodici Apostoli...<br /></span><br /><span style="font-family:verdana;">Purtuttavia non manca la <span style="font-style: italic; font-weight: bold;">pubblicità progresso</span>.<br />E si tratta di un messaggio non sponsorizzato, a cura della stessa Sodexo, quale semplice suggerimento (immagino) ad un vivere più </span><span style="font-family:verdana;">gradevole e </span><span style="font-family:verdana;">sostenibile. Lodevole iniziativa, cui plaudo incondizionatamente. E da <a href="http://www.amicidellabicicletta.it/">Amico della Bicicletta</a> quale sono, condividendo appieno il messaggio, ve lo evidenzio e ripropongo.<br /></span><br /><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhE4s88skn673IdH1DgIHjhT8fM-tAyqFv6nse1F51LWT0x3oRPlk-USRzCIqbXHsQOiowudlu_c0BQwQqduTdJmACclY4Je1rrcjCcmqNz-qx65Fkj9QXupUtT-qFpOGM7h_24LL5_4ohH/s1600-h/Vai+in+BICI+%28Sodexo%29.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 400px; height: 197px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhE4s88skn673IdH1DgIHjhT8fM-tAyqFv6nse1F51LWT0x3oRPlk-USRzCIqbXHsQOiowudlu_c0BQwQqduTdJmACclY4Je1rrcjCcmqNz-qx65Fkj9QXupUtT-qFpOGM7h_24LL5_4ohH/s400/Vai+in+BICI+%28Sodexo%29.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5263663912796245442" border="0" /></a><br /><span style="font-family:verdana;"><span style="font-size:85%;"><span style="font-style: italic;"></span><blockquote><span style="font-style: italic;">Usando la bicicletta si ottengono molti benefici: si risparmiano soldi e tempo, si salvaguarda l'ambiente e si migliorano forma fisica, salute e umore.</span> <span style="font-style: italic;"><br /><br />Andare in bici ha molti effetti positivi: tra gli altri, stimola le </span><span style="font-weight: bold; font-style: italic;">relazioni umane</span><span style="font-style: italic;">, migliora la </span><span style="font-weight: bold; font-style: italic;">fiducia in se stessi</span><span style="font-style: italic;">, ci aiuta a </span><span style="font-weight: bold; font-style: italic;">scaricare lo stress</span><span style="font-style: italic;"> e a ricaricarci di </span><span style="font-weight: bold; font-style: italic;">energie</span><span style="font-style: italic;">. Tonici e al tempo stesso rilassati si è nella condizione ideale per </span><span style="font-weight: bold; font-style: italic;">affrontare al meglio</span><span style="font-style: italic;"> anche gli impegni di lavoro.</span> <span style="font-style: italic;"><br /><br />Si può scegliere la bicicletta come </span><span style="font-weight: bold; font-style: italic;">mezzo di trasporto, esclusivo o prevalente</span><span style="font-style: italic;">, in molte situazioni: per andare al lavoro, per fare una passeggiata, persino per andare in vacanza. </span><span style="font-weight: bold; font-style: italic;">Si risparmiano</span><span style="font-style: italic;"> così tempo e denaro, </span><span style="font-weight: bold; font-style: italic;">si guadagna</span><span style="font-style: italic;"> in salute e bellezza.</span></blockquote><span style="font-style: italic; font-family: verdana;"><br /></span> </span><br /></span><span style="font-family: verdana;"> Di seguito l'headline (direi che si meritano la citazione):</span><br /><span style="font-family:verdana;"><span style="font-style: italic; font-family: verdana;font-size:100%;" ></span><blockquote style="font-family: verdana;"><span style="font-style: italic;font-size:100%;" >Sodexo PASS - Making every day a better day.<br /></span></blockquote><br /></span><span style="font-family:verdana;">S</span><span style="font-family:verdana;">e andate in bicicletta, è garantito! Ciao ciao<br /><br /></span>pavo67http://www.blogger.com/profile/07759405654271791981noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-6189982262701240337.post-18987900207718464582008-10-21T02:40:00.006+02:002008-10-21T02:44:19.116+02:00Beppe Grillo a Verona - 20.10.2008<span style="font-size:85%;"><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhS61W_SGw2N7yk_09XH8M9NbpPW_FzheSgTrvD4flSFIp8k9Yoqk-2WQOGXjU47hu_UirWS4YYwZYorr4vvNVvVZ5eusjMe8bHy8dtGiHwRhpT0LfAB68k-jhzM3J77EF5ENMjq3tKoRT7/s1600-h/beppe_grillo_01tt.jpg"><img style="margin: 0pt 10px 10px 0pt; float: left; cursor: pointer;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhS61W_SGw2N7yk_09XH8M9NbpPW_FzheSgTrvD4flSFIp8k9Yoqk-2WQOGXjU47hu_UirWS4YYwZYorr4vvNVvVZ5eusjMe8bHy8dtGiHwRhpT0LfAB68k-jhzM3J77EF5ENMjq3tKoRT7/s320/beppe_grillo_01tt.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5259401038359270226" border="0" /></a><br /><photo style="font-family: verdana;" 1=""><i>Com'è stato lo spettacolo di <a href="http://www.beppegrillo.it/">Beppe Grillo</a>?</i><br /><br />Indubbiamente significativo; il momento storico e l'attuale congiuntura economica, d'altra parte, offrono parecchi spunti ad una lettura critica dei nostri stili di vita, del nostro modello di produzione e consumo...<br /><br />In fondo, non è stato detto nulla di nuovo. Le critiche alla finanza e ai suoi trucchi le avevamo sentite già molto tempo fa, da più parti (molte delle quali fonti dichiarate del caro BG), solo che probabilmente avevamo le orecchie sintonizzate su altre frequenze... Oggi forse è risultato più facile ascoltare concedendo quantomeno il beneficio del dubbio... Personalmente, poi, in quanto lettore di lungo corso della rivista <a href="http://www.altreconomia.it/">Altreconomia</a> (che suggerisco quale <i>buona stampa</i>) devo riconoscere che la voce che si leva da queste pagine non è certo mai somigliata al canto delle sirene: mi considero pertanto già ben sensibilizzato sugli argomenti...<br /><br />Giova in ogni caso a tutti risentire certi ritornelli. E fa bene al cuore pensare che molti dei cinquemila presenti al palasport (considerando pure il basso livello del senso critico delle nostre masse) non avevano probabilmente mai sentito parlare di certi argomenti, dal momento che la nostra informazione è a dir poco imbavagliata.<br /><br />La prima parte della serata è stata tutta dedicata a <b>economia e finanza</b>, nonchè a <b>politica e malgoverno</b>. Il male di cui soffre l'Italia, dice il comico, è principalmente (ma non solo) l'<u>avidità dei suoi governanti</u> i quali, spinti da sentimenti tutt'altro che nobili, e dimentichi della delega ricevuta, divorano insaziabili le risorse che dovrebbero alimentare la crescita e lo sviluppo del Paese. Per usicre dal tunnel abbiamo poco tempo, il collasso è vicino.<br /><br />Il messaggio (molto riassunto) della serata è il seguente:<br /></photo></span><ul><span style="font-size:85%;"><li><b>Nessuno governa più in nome nostro</b>: dobbiamo riprenderci le deleghe</li><li><b>Nessuno ci informa di come stiano davvero le cose</b>: dobbiamo informarci da soli</li><li><b>Nessuno fa più vera politica</b>: la dobbiamo fare noi, dal basso</li></span></ul><span style="font-size:85%;"><br />Gli strumenti a disposizione sono:<br /><ul><li><b>Far pressione sulle amministrazioni</b>, facendo valere i nostri diritti</li><li><b>Utilizzare le nuove tecnologie</b>, mettendo a frutto le potenzialità immense della Rete</li><li><b>Trovare il coraggio di scalzare il sistema</b>, compiendo le piccole scelte quotidiane</li></ul><br />Da questo ultimo punto si è dipanata la seconda parte dello spettacolo, incentrata maggiormente su temi di <b>ecologia e sostenibilità</b>, secondo la consolidata tradizione di Grillo. Ha affrontato argomenti vari, dall'<b>acqua</b> (basta alla minerale!) ai <b>trasporti</b> (molti ripetuti inviti all'uso della <u>bicicletta</u>), dall'<b>edilizia</b> (accenno alle <u>case passive</u> e alla disponibilità di nuovi materiali) all'<b>energia</b> (<u>autoproduzione e scambio</u> su piccola scala), non trascurando le dimostrazioni <i>live</i>, che questa volta hanno riguardato: il <b>bucato</b>, con una bio-palla che annienterebbe i detersivi (ammetto, sono curiosissimo, mi informerò...) e l'<b>accesso alla cultura</b>, con un momento pubblicitario sull'e-book di Amazon...<br /><br />Ho invece percepito come nota stonata il momento di presentazione riservato al Meetup (il gruppo locale di sostenitori). Con un taglio evidentemente propagandistico per un possibile ruolo futuro nel tessuto politico-amministrativo della città, non mi ha convinto (nonostante le migliori intenzioni, sulle quali non ho dubbi) per la forma, un po' sottotono e approssimativa (e qui concordo con Edoardo), decisamente non in fase con il livello del mattatore. Non sono sicuro abbia colpito e centrato l'obiettivo. Peccato.<br /><br />In conclusione, sebbene non veda in Beppe Grillo un profeta (non dimentico mai che è un comico e ha come mandato primario il far ridere la gente), ammetto di ammirarne la capacità di stimolo critico che riesce a mettere in campo. Suscitando (speriamo) ripensamenti e qualche crisi di coscienza. E' appassionato e, pure quando dice castronerie (sul lato tecnico mi capita, per formazione professionale, di riconoscerne alcune e immagino ce ne possano essere altre), ha la forza di convincere che, se non altro, <b><u>abbiamo il dovere di ricercare un'alternativa più sostenibile</u></b>. Di questo gli va reso merito e mi auguro che lo spettacolo costituisca un'occasione di revisione per molti.<br /><br />Qualche segnale c'è: il simpatico guidatore dell'Hammer che all'uscita cercava di fendere la folla per farsi strada verso l'uscita, non sembrava arrogante come il mezzo avrebbe potuto suggerire alla fantasia di noi pedoni. Con gesti umili e pacati sembrava anzi volersi scusare con chi lo osservava silenzioso per il mezzo che tanto strideva con lo stile, appunto, appena ascoltato. :-)<br />Son semi di speranza...</span>pavo67http://www.blogger.com/profile/07759405654271791981noreply@blogger.com0